«Ci vogliono arresi al nostro destino, ma noi resisteremo». Daniele Saia, sindaco di Agnone e presidente della Provincia non ci sta a farsi sfilare sotto il naso l’ospedale cittadino e dell’Alto Molise. Archiviata la lunga e inconcludente fase della mediazione, del primato della politica, delle «interlocuzioni» con i vertici Asrem, del democristiano basso profilo, il primo cittadino indossa la mimetica da guerrigliero.

«Se la notizia di riconversione dell’ospedale Caracciolo di Agnone in presidio di comunità dovesse essere confermata, sono pronto a uno sciopero della fame per tutelare il diritto alla salute dei cittadini delle Aree Interne». E’ l’annuncio shock del sindaco di Agnone, che scuote la politica regionale. «Ancora una volta i tagli avverrebbero sulla pelle di chi vive nei territori più impervi e difficili della regione. – continua nel suo sfogo il sindaco Saia – Il “Caracciolo” di Agnone ha bisogno di personale e strumentazioni per garantire servizi di prossimità che possano dare risposte tempestive ai pazienti. Il presidio di comunità – ha continuato – garantirebbe solo assistenza sanitaria di base con venti postazioni letto, chiaramente una soluzione insufficiente per chi vive distante dai grandi centri e dagli altri ospedali».

Le pacche sulle spalle, i pranzi a base di pesce e le rassicurazioni di Roberti, Di Santo, Di Lucente e Bonamico non hanno portano a nulla di concreto, anzi, i fatti dicono che si sta andando in direzione diametralmente opposta rispetto alle promesse dei politici e dei top manager della sanità.

«Questo taglio – va avanti Saia nella sua lucida analisi – si aggiungerebbe alla chiusura del GAL Alto Molise e all’accorpamento dell’Ambito Territoriale Sociale locale: ma quanto ancora possiamo sopportare?». E’ la domanda che gli stessi cittadini vanno ripetendo al suo indirizzo da mesi, se non da anni. «Il disegno sembra essere quello di smantellare progressivamente tutti i servizi nelle Aree Interne, al contrario di quanto viene definito nella Strategia Nazionale. – accusa Saia, finalmente consapevole di quanto sta accadendo – Questo processo porterà a una desertificazione totale nel giro di pochi anni. Chi legifera a livello nazionale sembra non capire che i costi di mantenimento di aree spopolate sarebbero molto più alti rispetto a quelli necessari per garantire servizi.

Ci vogliono arresi al nostro destino, ma noi resisteremo. Per questo – ha concluso il sindaco – faccio un appello al Presidente della Regione Roberti e ai commissari alla sanità Bonamico e Di Giacomo per rivedere quanto eventualmente deciso. In ballo c’è il futuro di un intero territorio, l’Alto Molise, ma anche dei territori confinanti come l’Alto Vastese. La nostra amministrazione è pronta a impegnarsi insieme ai cittadini e a tutti gli amministratori delle Aree Interne che vogliano condividere con noi questa battaglia».