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  •  ‘Delibera-Greco’ pro Caracciolo, sì dei sindaci. E non si esclude la via giudiziaria (foto)

    La lunga mattinata di Agnone inizia a Palazzo San Francesco con l’arrivo dei sindaci del territorio, molti provenienti dal vicino Abruzzo. Al centro della discussione la delibera proposta dal consigliere regionale del M5S, Andrea Greco, volta a tutelare e valorizzare l’ospedale di un’area particolarmente disagiata: il Caracciolo, sotto pressione a causa del Pos dei commissari alla Sanità regionale. Nel documento inviato a Roma, Marco Bonamico e Ulisse Di Giacomo propongono di trasformare l’ospedale di Agnone in un presidio di comunità. L’iniziativa di Greco è stata illustrata dal sindaco di Agnone, Daniele Saia, ai colleghi presenti, tra cui il primo cittadino di Isernia, Piero Castrataro.

    Dopo alcuni aggiustamenti, come la salvaguardia delle guardie mediche proposta da Candido Paglione e gli accordi di confine rilanciati da Saia, la proposta è stata condivisa da tutti i sindaci e sarà portata ai rispettivi consigli comunali per la deliberazione. Una volta approvate, le delibere saranno inviate ai ministeri competenti a Roma per esercitare pressione e chiedere la modifica immediata del Pos. In alternativa, Greco, presente in sala insieme al vicepresidente della Giunta regionale, Andrea Di Lucente, ha rilanciato la possibilità di ricorrere al Tar: “Il diritto alla salute nelle aree interne non è negoziabile. Questa battaglia riguarda tutti e va portata avanti in ogni sede e con tutti i mezzi a disposizione”.

    Di Lucente ha inoltre annunciato che la delibera sarà discussa in Consiglio regionale e che sarà il primo a sottoscriverla. “Non mi interessa il nome che verrà dato al Caracciolo – ospedale di area disagiata o ospedale di comunità – ma una cosa deve essere chiara: i servizi sanitari devono essere qualificati e adeguati per chi vive in questi centri”.

    A sostenere l’iniziativa anche il sindaco di Cerro al Volturno, Remo Di Ianni, in rappresentanza di un’area già penalizzata dalla riduzione dei servizi del 118. “O ci salviamo tutti, oppure questa regione non avrà più motivo di esistere”, ha sottolineato. Deciso come sempre, Candido Paglione, sindaco del comune più alto del Molise, ha aggiunto: “Basta elemosinare diritti sanciti dalla Costituzione e dal Servizio sanitario nazionale. A pagare non possono essere sempre le aree più fragili. Questa battaglia di civiltà e sopravvivenza va portata a Roma, dove devono dirci chiaramente cosa intendono fare per le zone a forte rischio desertificazione”.

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