Integrare sempre di più l’assistenza sul territorio con quella ospedaliera e sfruttare la trasformazione digitale per offrire servizi più efficienti ai cittadini. Il modello Molise è finito all’ERS Congress 2025, tenutosi ad Amsterdam dal 27 settembre al 1° ottobre e al quale ha partecipato il Direttore Generale dell’ASReM, Giovanni Di Santo. Il vertice dell’Azienda Sanitaria Regionale molisana ha ribadito come “la strada che si sta percorrendo anche con l’utilizzo dei fondi stanziati nella missione 6 del PNRR dedicati alla salute, risponda sempre più ai dettami del DM 77/2022”.

Al centro della nuova rete assistenziale Case e Ospedali di Comunità. Le prima fungono da punto di accesso principale ai servizi territoriali. Il piano ne prevede 13 da attivare completamente entro marzo 2026. Attualmente, 9 sono i cantieri aperti che hanno consentito di raggiungere il target richiesto, mentre sono operative le Case di Comunità di Larino e Venafro.
La struttura frentana, pure con il supporto di Medici di Medicina Generale, offre servizi essenziali come il Punto Unico d’Accesso (PUA), ambulatori, assistenza infermieristica e telemedicina attiva per 12 ore. La struttura dispone di 126 posti letto, tra cui 20 per l’Ospedale di Comunità, 16 per l’Hospice e 50 per la Residenza Sanitaria Assistenziale (RSA). La Casa di Comunità di Venafro offre servizi simili a quella Larino. La sua dotazione include 35 posti letto, suddivisi in 15 per l’Ospedale di Comunità e 20 per la RSA. Entrambe le realtà sono state valutate positivamente da Agenas a maggio 2025 e sono state inserire nelle best practices di un board scientifico dedicato.
Gli Ospedali di Comunità sono pensati per “cure intermedie” a bassa o media intensità. La loro funzione principale è il ricovero di pazienti in fase post-acuta o con cronicità stabilizzata. Le degenze hanno una durata media di 7-10 giorni e l’equipe è composta da medici, infermieri, operatori socio-sanitari e fisioterapisti.
Poi le Centrali Operative Territoriali (COT) che rappresentano la “spina dorsale” del sistema di integrazione, coordinando le transizioni dei pazienti tra le diverse strutture sanitarie. Sono già in ‘funzione’ a Termoli, Bojano e Venafro.
Per supportare questa integrazione, inoltre, l’ASReM sta implementando una serie di strumenti digitali, tra cui un Data Center Unico da integrare con il Polo Strategico Nazionale (PSN), per garantire l’interoperabilità tra diverse piattaforme, come il Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0, le COT e i sistemi di telemedicina.
L’azienda, poi, sta partecipando al progetto “Secure Digital Transformation of Public Administrations” per adottare strumenti di intelligenza artificiale (AI). L’obiettivo è analizzare i dati storici di accessi al Pronto Soccorso e di ricoveri ospedalieri per fare previsioni e ottimizzare i processi. Un approccio che mira a ridurre i tempi di attesa al Pronto Soccorso, migliorare la gestione dei posti letto e diminuire le riammissioni in ospedale a 30 giorni dalla dimissione.
Infine il potenziamento delle cure palliative. Attualmente, sono disponibili 16 posti letto per l’Hospice, ma l’obiettivo del PNRR è arrivare a 24 entro il 2026 per colmare il divario rispetto agli standard nazionali. Un’attenzione particolare è quindi rivolta alla pediatria, con una rete dedicata che include 2 posti letto specifici e un’equipe multispecialistica. L’obiettivo è anche potenziare le cure domiciliari per coprire il 90% della popolazione idonea entro il 2028.
“Tutti questi sforzi – ha aggiunto Di Santo – sono parte di un percorso che punta a trasformare la sanità del Molise, rendendola più accessibile, integrata e tecnologicamente avanzata, per amplificare il valore umano della cura”.