Carovilli: mietitura e tresca del grano esaltano la fratellanza contadina
Raccolto il grano per la “Tresca” del prossimo 23 agosto
Quest’anno sarà ufficialmente la trentaseiesima edizione della “Tresca carovillese”, la festa contadina che attraverso il grande impegno e la dedizione di numerosi volontari ricorda il lavoro ed i sacrifici delle tante generazioni che dall’agricoltura e da quella fatica ottenevano il modesto tenore di vita per tutta la famiglia.
Oggi, quella festa è voluta ed amata da un nutrito gruppo di giovani che hanno costituito appositamente una Associazione e si sono assunti il grande impegno di continuare a dar vita ad una così lunga tradizione. Quei giovani, senza disdegnare, anzi sollecitando, la guida, i consigli e l’aiuto concreto degli anziani, hanno deciso di valorizzare questa parte importante della storia e della cultura contadina del loro paese.
Il forte spirito di amicizia, lo spiccato attaccamento alla terra, la devozione nei confronti della Madonna Incoronata, cui andrà quanto ricavato dalla vendita del grano, e l’amore per le tradizioni fanno sì che ogni anno si ripeta il lungo lavoro che si conclude con la festa della “Tresca”, una delle più antiche feste contadine che Carovilli ha voluto e saputo conservare nel tempo e si svolgerà quest’anno domenica 23 agosto.
In preparazione della “Tresca”, naturalmente, sono tante le operazioni da compiere: per prima c’è la ricerca di qualcuno che metta a disposizione un campo adatto, rinunciando in questo moto al raccolto dell’anno; poi occorre preparare il terreno nei modi e nei tempi giusti; dopo si passa alla semina, fatta da gente esperta; infine, quando il grano è ben maturo, prima che venga bagnato dalle piogge o bruciato eccessivamente dal sole, uomini, donne e bambini si danno appuntamento per la mietitura e la formazione dei covoni.
In una giornata intensa, iniziata alle 6 del mattino, in un campo non lontano dalla Chiesetta tratturale dedicata a San Domenico di Cocullo, in contrada “Felci”, una cinquantina di persone, a turno, tra i quali molti ragazzi, si sono date appuntamento per mietere, sotto un sole cocente, le bionde e mature spighe di grano che promettevano ed hanno assicurato un bel raccolto. A metà mattinata, e poi molte altre volte nel corso della giornata, i mietitori hanno dovuto interrompere il duro lavoro per rinfrescarsi con un buon bicchiere di birra o di vino e mangiare un po’ di pane con caciocavallo e prosciutto come da tradizione. Altri hanno preparato il pranzo, mentre un giovanissimo di grande talento ha allietato la compagnia con il vivace e allegro suono dell’organetto (du bott). Poi si è passati alla fisarmonica e ai canti corali.
Molta allegria e soddisfazione hanno portato i numerosi visitatori che pur senza fornire un contributo materiale al lavoro dei mietitori hanno dimostrato considerazione e ammirazione ed hanno ricevuto simpatica accoglienza ed invito a partecipare alle numerose “merende”.
La giornata si è conclusa a tarda sera: il sole ed il caldo intenso hanno gravato i mietitori di una stanchezza supplementare, ma la soddisfazione di aver svolto un lavoro offerto volontariamente alla Madonna e molto apprezzato da tutti, insieme a tanti amici di età e mestieri diversi, è risultata alla fine estremamente appagante.
Si è ripetuto anche questa volta il “miracolo” della fratellanza contadina: fratellanza resa evidente dal lavoro dei campi e dalle difficoltà presentate dalla natura che rendono tutti gli uomini uguali e li abituano a lavorare insieme, in stretta collaborazione. Domani ognuno tornerà alle sue abituali attività, ma oggi è stato un giorno veramente speciale.
Luciano Scarpitti