Selecontrollori in riunione, nei giorni scorsi, convocati dall’Atc Vastese, per organizzare una nuova fase di censimenti della specie cinghiale.
Dopo le quattro giornate di osservazione da punti vantaggiosi, secondo la cartografia prodotta dalla dottoressa Daniela Gentile, parte una nuova fase di censimenti relativamente alla specie cinghiale. Tutte fasi necessarie e propedeutiche ai prelievi mediante selecontrollo che partiranno, secondo la promessa dell’assessore provinciale Franco Moroni, dal prossimo primo giugno.
«I dati raccolti durante la prima fase di censimento e quelli che verranno fuori dal secondo censimento che andremo a fare a metà maggio saranno analizzati dalla dottoressa Gentile e utilizzati poi per la stesura di un piano di prelievo mediante selecontrollo» ha spiegato, nel corso della riunione, l’avvocato Giacomo Nicolucci, (al centro nella foto, ndr) che cura per conto dell’Atc Vastese tutta l’operazione.
Il docente ha anche risposto a qualche polemica che serpeggia nel mondo venatorio vastese in merito all’impossibilità, per i selecontrollori formatisi mediante i corsi provinciali del 2001 o del 2008, di effettuare i prelievi.
«Non è intenzione dell’Atc Vastese escludere nessuno. – ha spiegato Nicolucci – Tuttavia, per stare in regola con le richieste dell’Ispra, i selecontrollori che hanno frequentato i corsi provinciali negli anni precedenti, dovranno fare un semplice aggiornamento e saranno regolarmente abilitati ai prelievi».
E a margine dei lavori la segreteria dell’Atc Vastese ha anche zittito i soliti detrattori che hanno criticato i censimenti in corso con questa motivazione: si effettua un censimento in Alto Vastese quando la maggiore concentrazione di cinghiali si registra sulla costa.
La risposta è semplice: per la zona litoranea del Vastese, considera area non vocata per il cinghiale, è prevista una “riduzione del rischio di espansione della specie cinghiale per evidenti motivi di incompatibilità della sua presenza con le esigenze produttive, viarie e abitative dell’area”, così some riportato sul piano di controllo del cinghiale stilato dalla Provincia. Tradotto significa che la presenza del cinghiale a Vasto, San Salvo e via elencando, è incompatibile con lo svolgimento delle attività agricole e con la tutela delle altre specie selvatiche. Quindi è inutile effettuare un censimento della specie, perché in linea teorica bisognerebbe effettuare un prelievo massiccio fin quasi all’eradicazione. Questo almeno auspicano gli operatori del mondo agricolo.
Francesco Bottone
effebottone@gmail.com