AGNONE – Consultazioni, conclavi, incontri più o meno segreti, gran rifiuti finti quanto pre-tattici, candidature improbabili, a tratti fastidiose, dei soliti noti con la faccia di bronzo. Sedicenti amministratori e aspiranti tali pronti a scannarsi per lo scranno più alto di una città in rovina e in rovine.
Destra e sinistra, come se esistessero ancora, omuncoli, mezze tacche, improbabili strateghi, vecchie volpi e novelli snob palestrati e perennemente abbronzati che aspirano a poltrone più in alto e ben più retribuite, collezionisti di incarichi a spese dei contribuenti…
Eminenze grigie, burattinai e burattini, ordini di scuderia…
Tutto questo e molto altro ancora si sta osservando ad Agnone in questi mesi che precedono la campagna elettore per le amministrative.
Nessuno fa politica per interesse, così dicono tutti, però pare che quella poltrona in Comune faccia gola a molti. Chissà perché…
Una città che di città ha ormai solo il nome. Un grosso centro montano ormai spopolato e in crisi demografica da decenni.
L’ospedale è ormai solo un simulacro. La viabilità al collasso, gallerie chiuse da mesi e mesi, soldi pubblici che non arrivano, cantieri fermi.
Servizi pubblici che vengono meno progressivamente.
Negozi e attività commerciali, un tempo floridi, che chiudono giorno dopo giorno.
Passeggiare di sera, non a notte fonda, è come attraversare un deserto.
E allora il consiglio non richiesto da dare agli aspiranti amministratori vecchi e nuovi non può che essere questo: statv a la casa (restate a casa, in italiano)!
Lo scenario auspicabile, un sogno, un miraggio potrebbe essere questo: nessuno si candida, l’inutile Prefettura di Isernia manda un bel commissario prefettizio che resta con la classica gatta da pelare.
Senza soldi, con sempre meno trasferimenti, senza ospedale, senza strade, senza progetti e senza futuro… ma chi ve lo fa fare a candidarvi alla guida di una città fantasma?
Ascoltate il consiglio e non me ne vogliate: statv a la casa!
Sarà meglio per tutti.
Bernardo Gui