AGNONE – Strade abbandonate e con tappetini d’asfalto a mò di gruviera soprattutto dopo le nevicate degli ultimi giorni grazie alle pale degli spartineve. Strade sdrucciolevoli e non cosparse di sale al punto tale che l’altra mattina all’alba il pullman dei pendolari di Agnone è dovuto essere trainato da uno spartineve perché slittava sulla strada sdrucciolevole. Il grido di allarme e di protesta questa volta è del delegato sindacale Uilm della Sevel, Emanuele Cimone. Una lettera quella di Cimone per stigmatizzare contro una viabilità “pari a quella del terzo mondo” sottolinea il lavoratore.
“Sono residente in Agnone e lavoratore pendolare presso la Sevel di Atessa (FCA) – scrive Cimone – dove dal 1995 lavoro insieme ad altre 150 persone. Suddivisi su tre turni siamo tutti pendolari provenienti da tutti i paesi del comprensorio dell’Alto Molise tutti della Provincia di Isernia. Io – aggiunge – sono da almeno quindici anni che rappresento quotidianamente la maggior parte dei lavoratori. Mi vedo costretto a rivolgere questo grido di dolore per tutto quello che subiamo quotidianamente e certamente non per il lavoro ma per il territorio da dove proveniamo che è abbandonato e dimenticato dalle istituzioni per la viabilità paragonata a quella del terzo mondo. In pratica abbiamo un servizio di trasporto regionale su gomma che viene svolto per ognuno dei nostri tre turni di lavoro con enorme difficoltà soprattutto nel periodo invernale dove le strade già fatiscenti, che normalmente ci ritroviamo, in questo periodo vengono anche abbandonate all’incuria senza una pulizia di neve o quantomeno lo spargimento di sale per evitare la formazione di ghiaccio, cosa questa che puntualmente, nel periodo invernale, ci vede costretti ad assentarci dal lavoro creando notevoli problemi alle aziende da dove dipendiamo, le stesse che, giustamente, ci fanno poi pesare il problema. Il mio rammarico mi porta a pensare che probabilmente la Regione Molise vuole chiudere l’Alto Molise. Noi siamo esausti di continuare a sostenere enormi sacrifici per recarci a lavoro. Abbiamo resistito fino ad oggi per l’attaccamento alla nostra terra, alle nostre radici ai nostri genitori, alla nostra gente, alla nostra regione, ma a tutto c’è un limite. Credo che ora si sia superato il sopportabile e purtroppo se le condizioni di menefreghismo continuano saremo tristemente costretti ad abbandonare le nostre case e trasferirci in toto in altre realtà”.
di Vittorio Labanca
(Nel video concesso a l’Eco online dall’avvocato Vincenzo Scarano, la strada che da Agnone conduce a Rosello durante la nevica di inizio gennaio, ndr)