Agnone celebra la ricorrenza del 2 giugno, festa della Repubblica. Questa mattina in piazza Unità d’Italia sobria cerimonia alla presenza delle autorità militari e civili. Due vigili del fuoco appartenenti al distaccamento altomolisano hanno depositato una corona di fiori al monumento dei Caduti, dopodiché è seguito il discorso dell’assessore comunale Edmondo Amicarelli, mentre il primo cittadino Lorenzo Marcovecchio era impegnato a Roma nella parata dei Fori Imperiali che ha visto la presenza di numerosi sindaci e del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Altro impegno istituzionale ha visto il vice sindaco Linda Marcovecchio impegnata alla cerimonia svolta nel capoluogo di provincia. Di seguito riportiamo il discorso integrale dell’assessore Amicarelli affiancato dal mini sindaco Francesco Fantilli.
A nome del sindaco Lorenzo Marcovecchio, della Giunta e dei consiglieri di maggioranza saluto le autorità civili e militari oggi presenti che hanno voluto commemorare la festa della Repubblica Italiana.
Il 2 giugno del 1946 l’Italia entra a far parte a pieno titolo del novero delle nazioni libere e democratiche; per capire bene il significato di tale giornata celebrativa ho ritenuto opportuno partire dal significato etimologico della parola Repubblica.
Repubblica significa forma di governo in cui tutti i cittadini dello Stato partecipano al potere supremo, seppure per mezzi di propri rappresentanti liberamente eletti.
Per tali motivi mi piace rammentare che coloro i quali amministrano non possono non tenere conto della responsabilità pubblica dell’amministrare e mai come in questo periodo difficile per le famiglie, per i giovani, per il futuro del nostro territorio, noi che abbiamo avuto il pregio e l’onore di essere designati a rappresentare la nostra popolazione siamo chiamati ad amministrare con trasparenza e sobrietà, ad individuare le situazioni di maggiore disagio emergente dando ad esse attenzione particolare.
La festa della Repubblica non può e non deve ridursi ad una mera cerimonia civile, ma a distanza di tanti anni, oggi i principi che si ispirano ai padri della Costituzione rappresentano ancora un punto di riferimento imprescindibile, un invito costante a rispettare, tutelare e promuovere i principi insiti nel concetto “Stato Repubblicano”.
Commemorare la festa della Repubblica significa soprattutto prendere coscienza degli straordinari valori trasmessi dalla scelta del nostro popolo, che nel 1946 decise di virare verso una forma di Governo sicuramente più consona ai principi di libertà, democrazia e coscienza civile; valori che furono trasmessi e consolidati nella nostra Costituzione ed ai quali il nostro mandato deve sempre ispirarsi.
Per poter governare e amministrare nell’interesse del popolo allora è necessario conoscere “i diritti inviolabili dell’uomo” ed i “doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”, sanciti dall’articolo 2 della Costituzione, al fine di riconoscere a tutti i cittadini la medesima dignità sociale ed eguaglianza, applicandosi a rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitano di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana …” (art.3).
Conosciamo tutti le difficoltà del tempo presente, le sfide vere per chi amministra la Città, tra problemi e richieste crescenti di persone, famiglie, imprese e tagli di bilancio, necessari e gravosissimi.
La Carta costituzionale è il barlume che deve illuminare il nostro operato ed indicandoci le vie per uscire da questo stato di cose: il diritto al lavoro, i doveri inderogabili di solidarietà economica, politica e sociale, l’equità, la tutela dei più deboli, il diritto allo studio, alla salute, all’assistenza, la tutela del nostro patrimonio, la collaborazione proficua con le opposizioni, per essere in grado tutti di portarsi all’altezza dei problemi da sciogliere e delle scelte da operare.
Il Comune è il livello istituzionale più vicino ai cittadini. L’ascolto dei problemi della Comunità, il dialogo permanente sulle iniziative da intraprendere e la trasparenza rappresentano la via migliore per ricostruire il tessuto sociale, per ridefinire ruolo e funzioni della politica. E’ anche questo, forse soprattutto questo, il compito che tutti noi oggi abbiamo di fronte: contribuire, amministrando la nostra comunità, a creare una società più giusta, equilibrata, culturalmente matura, dove il civismo, il senso della civitas, quello che far sentire di appartenere alla collettività, si affermano sugli interessi particolari, gli egoismi, i privilegi, le rendite di posizione.
Occorre ritrovare la capacità di far sentire ciascuno di noi responsabile di un destino comune, dentro un quadro di regole condivise, nell’affermazione quotidiana del principio di legalità, nel rispetto delle opinioni diverse e, a volte, persino contrapposte che mai devono essere demonizzate.
E’ per questo che, a prescindere dalle bandiere e dalle ideologie, bisogna agire nell’interesse della collettività e del nostro territorio, anche recuperando e migliorando il rapporto tra cittadini e politica.
Tutto appartiene alla comunità, nel cui nome si opera e nel cui interesse si agisce ed allora la festa del 2 giugno deve servire a rinsaldare.
La festa del 2 giugno serve a rinsaldare il senso di appartenenza alla nostra Repubblica, a ribadire che c’è un solo Stato, una sola Nazione, un solo interesse che ci vede uniti nei successi e nelle difficoltà, esprime in modo non equivoco il senso di appartenenza di tutti i cittadini allo Stato e di tutto lo Stato ai cittadini: solo se siamo convinti di vivere in un unico territorio, che appartiene a tutti i cittadini, che insieme decidono giorno dopo giorno come affrontare le difficoltà, come crescere possiamo vincere tutte le difficoltà. E se questa volontà di procedere uniti 71 anni fa si è manifestata in un voto, oggi devono essere gli atti quotidiani improntati al senso civico e alla solidarietà a ribadire la scelta.
La crisi economica, la disoccupazione, la mancanza di prospettive certe per i nostri giovani possono essere contrastate grazie innanzitutto allo spirito unitario e grazie ai grandi valori repubblicani da cui attingere forza e coraggio per superare le avversità.
Dobbiamo essere consapevoli che il nostro compito è quello di dedicare la massima attenzione al mondo del lavoro e delle imprese, alla famiglie, ai settori più indifesi della società, pur sapendo che un Comune ha strumenti limitati per poter intervenire e risolvere, e che da soli non possiamo fare molto.
Solo superando interessi meramente individualistici e recuperando quel comune senso di appartenenza ad una comunità che si può riuscire nella strada dello sviluppo e del rilancio del nostro territorio.
Ed allora i principi costituzionali della nostra Repubblica siano i fari del nostro operato per il bene comune che la Costituzione Repubblicana ha così ben sintetizzato, auspicando nella consapevolezza della necessità di un impegno condiviso per superare sterili contrapposizioni e dannosi individualismi.
Solo in tal modo tutti uniti si può festeggiare la Repubblica italiana.
Il 2 giugno è allora l’occasione per ricordare insieme con profondo senso civico e responsabilità tutto ciò che fa parte del nostro passato. Viva la Repubblica italiana.