Caccia di selezione al cinghiale: le squadre che non collaborano saranno sospese anche dalla braccata.
E’ quanto emerso nel corso dell’ultimo incontro, giorni fa, con i capisquadra presso l’Atc Vastese. Presenti il funzionario della Regione Abruzzo, Franco Recchia e il comandante della Polizia provinciale, Antonio Miri.
Combinando gli abbattimenti operati in braccata e i prelievi effettuati durante la caccia di selezione si riesce a tenere sotto controllo l’impatto dei cinghiali sul comparto agricolo. E’ questa la sintesi di quanto riferito dal funzionario Recchia ai capisquadra del Vastese. L’obiettivo della Regione è infatti la riduzione del danno alle colture agricole. E per ridurre il danno bisogna ridurre il numero di cinghiali, eradicandoli dalle zone non vocate alla loro presenza, e soprattutto riequilibrarne la struttura sociale. I mezzi per fare questo sono sia la braccata che la caccia di selezione, combinate. L’una va infatti a completare l’effetto dell’altra, ma il giochino funziona solo se entrambe le forme di caccia vengono portate avanti dalle squadre. Dai risultati, però, cioè dagli abbattimenti, pare che la caccia selezione non sia particolarmente amata dai cacciatori di cinghiali del Vastese. Dai dati dei prelievi risulta infatti che la stragrande maggioranza delle squadre ha fatto pochissimi abbattimenti, nell’ordine di due o tre, o addirittura nessun prelievo. E la caccia di selezione è aperta da gennaio. Il rischio è che la Regione possa disporre delle verifiche per capire perché in alcune zone non si abbattono cinghiali e addirittura comminare delle sanzioni alle squadre che non collaborano, arrivando fino alla sospensione per una stagione venatoria della braccata. Una possibilità, questa, prevista dal disciplinare sul prelievo del cinghiale.
Francesco Bottone