ROSELLO – «Proprio ieri avevo mandato un filmato dove mostravo come il branco di lupi si fosse messo in caccia. Purtroppo questa notte hanno predato una mucca che aveva appena partorito il suo vitellino. Per ragioni ancora da accertare la mucca si era portata fuori dal recinto elettrificato che noi di Salviamo l’Orso avevamo installato mesi fa gratuitamente. Nella completa assenza delle istituzioni sugli indennizzi toccherà ancora a noi vedere il da farsi. Questo episodio dimostra ancora una volta tante cose: la prevenzione è l’unico modo di garantire la pacifica convivenza tra predatori e uomo e per impedire danni all’attività degli allevatori. Dimostra che il nostro è un lavoro duro, tra mille difficoltà. Che, infine, i tanti soloni da tastiera farebbero bene a tacere, se proprio non vogliono darci una mano».
E’ il racconto che fa Dario Rapino, noto fotografo naturalista, di quanto accaduto in agro di Rosello (CH). Secondo la ricostruzione circolata il vento ha causato la caduta di un paletto della recinzione elettrificata. La mucca, che stava per partorire, ha così approfittato del varco nella recinzione per allontanarsi ed è rimasta vittima dei predatori.
«Quello che salta all’occhio – spiega Antonio Liberatore, veterinario dell’Azienda sanitaria del Molise – è la mancanza di versamenti ematici, e di coaguli, a carico delle strutture lacerate. In particolare il collo della vacca non presenta lesioni da morso, fino al margine del collare. Tutto lascia credere che i predatori si siano alimentati su animali già morti: la vacca verosimilmente è morta di parto, e il vitello parzialmente espulso, è stato estratto dai predatori. Tutto ciò giustificherebbe la quasi assenza di sangue sullo scenario predatorio».
E proprio oggi il giornalista Camillo Langone su “Il Foglio” scrive in difesa degli allevatori e degli agricoltori e provocatoriamente degli stessi cacciatori, con l’hashtag #stocoicacciatori, parlando dei danni arrecati dalla fauna selvatica alle attività antropiche.