CASTIGLIONE MESSER MARINO – «Per me si va ne la città dolente, per me si va ne l’etterno dolore, per me si va tra la perduta gente… Lasciate ogne speranza voi ch’intrate». Sono le parole che ci sono tornate nella mente uscendo da Castiglione Messer Marino e imboccando la ex statale Istonia in direzione Agnone, guadando il primo dei passaggi in frana, quello in foto di apertura appunto.
Il sommo Dante Alighieri si rivolterà nella tomba quando saprà che le sue «parole di colore oscuro» sono state utilizzate non per indicare, come nell’originale, l’ingresso agli inferi, ma per evocare il vero e proprio inferno di buche, fossi, dossi, smottamenti e frane che ogni giorno si trovano ad affrontare «quell’anime, ch’eran lasse e nude», cioè i poveri sfigati che dall’Alto Vastese sono costretti a raggiungere Agnone e l’Alto Molise utilizzando quel che resta della ex statale Istonia, una mulattiera malmessa e pericolosa. Quei pendolari che «bestemmiavano Dio e lor parenti», per continuare a depredare le parole di Dante, ad ogni buca presa, perché evitarle è impossibile, ad ogni dosso che mette a dura prova pneumatici, ammortizzatori e schiena dei passeggeri, ad ogni passaggio in frana che costringe ad andare quasi a passo d’uomo per non finire nel precipizio a valle. Il solito terrorismo di quei bastardi dei giornalisti dell’Eco? Provate. Fatela quella strada. Intanto qualcuno che la percorre ogni giorno si è preso la briga di portarsi dietro un metro e di misurare la profondità di qualche buca a caso tra le migliaia presenti sul percorso da rally. Diciassette centimetri. Misurati a mano, come si vede nelle foto. Prendere una buca così profonda sia pure a velocità moderata significa rischiare di spaccare i pneumatici o addirittura di sbandare e finire sotto la scarpata, perché di guardrail ce ne sono ben pochi, o contro una mucca che rientra dal pascolo. Nei giorni scorsi, nel versante Chietino della mulattiera, hanno attivato un cantiere. Una ruspa ha operato, ma ad oggi c’è solo un bel passaggio in frana: barriere new jersey bicolore e lucine segnaletiche, in tema natalizio, e un restringimento della carreggiata, un senso unico alternato a intuito, perché nemmeno segnalato a dovere. Dall’altro lato il nulla, nessun intervento, nessun miglioramento. Già solo una cazzo di striscia di mezzeria farebbe la sua porca figura, la segnaletica orizzontale per aiutare a tenere la rotta almeno di notte e con la nebbia o la pioggia battente. Certo visto che molti tratti sono brecciati, anzi sterrati e disseminati di buche, è difficile anche poterle dipingere le strisce, ma almeno in quei tronconi dove l’asfalto ancora resiste all’incuria e al tempo sarebbero utili e renderebbero il transito leggermente più sicuro, anche se in effetti meno avventuroso. Mai parole furono più appropriate: «lasciate ogne speranza, voi ch’intrate».
Francesco Bottone
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