AGNONE. La Regione Molise dice una cosa, l’Asrem ne fa un’altra. Era il 16 febbraio scorso quando Paolo Di Laura Frattura, allora presidente della giunta regionale, scortato dai vertici dell’Asrem (Gennaro Sosto, Lolita Gallo, Antonio Forciniti e Antonio Lucchetti) arrivò ad Agnone per annunciare la nascita del centro di Reumatologia regionale con tanto di decreto numero 4 datato 30 gennaio 2018. Una notizia dai toni trionfalistici che ad oggi non ha dato alcun seguito a quelle promesse fatte in conferenza stampa all’interno della biblioteca dell’ospedale di frontiera a cavallo tra Molise e Abruzzo. Basta dire che l’Unità operativa semplice dipartimentale è attualmente a Campobasso voluta dall’Asrem che ha inteso incaricare responsabile uno specialista, ma senza concorso.
Se ciò non bastasse c’è anche una determina regionale datata 27 agosto 2018 che prevedeva lo stanziamento di circa 120mila euro per l’acquisto di macchinari quali un ecografo, un sensitometro e un capillaroscopio da assegnare all’ospedale altomolisano come da richiesta datata 8 maggio 2018 formulata dal dottor Franco Paoletti, responsabile della Reumatologia del “Caracciolo”. Peccato che quelle apparecchiature diagnostiche che avrebbero innalzato il livello qualitativo delle prestazioni, non sono mai arrivate nella struttura agnonese la quale a fatica e con una strumentazione diagnostica obsoleta, manda avanti l’attività con una mobilità attiva pari al 60% degli accessi. Tradotto significa che più della metà dei pazienti con patologie reumatiche provengono da fuori regione, in particolare da Lazio, Campania e Abruzzo.
Solo questo dato dovrebbe spingere chi di dovere a potenziare una realtà consolidata e orami punto di riferimento per quanti hanno bisogno di cure complesse. Contrariamente si assiste ad una acclarata discordanza nei fatti, quella tra Regione Molise e Asrem, che ancora una volta penalizza il presidio ospedaliero di montagna, il quale, tra le altre cose, ha ricevuto dal governo centrale lo status di area disagiata. Un riconoscimento vitale mai entrato in vigore nei contenuti come i famigerati accordi di confine puntualmente disattesi ma pur sbandierati dall’allora centrosinistra ad ogni scadenza elettorale. E allora oggi nella fattispecie c’è la necessità di capire cosa si vuole fare della Reumatologia del “Caracciolo” sulla carta centro regionale di riferimento. D’altronde il responsabile Paoletti da solo e con pochi mezzi a disposizione non può fare miracoli. L’importante è che Regione e Asrem si mettano d’accordo, una volta per tutte. Altrimenti si continuerà con l’attuale teatrino degno delle miglior comiche sempre e solo a danno dell’utenza che contrariamente chiede risposte e servizi.