AGNONE – «L’annuncio da parte di Psa di produrre circa 100mila furgoni in Polonia entro il 2021 sta creando tanti allarmismi e prese di posizione di addetti e soprattutto di non addetti che non conoscono i contenuti e non vivono nella Sevel».
Emanuele Cimone, sindacalista di Agnone, entra nel merito della paventata possibilità che la Sevel delocalizzi parte della sua produzione in Polonia. Una decisione aziendale che, se tradotta nella realtà, avrebbe delle intuibili ripercussioni sui livelli occupazionali di Abruzzo e Molise. Mentre secondo Cimone non c’è nulla di cui preoccuparsi, perché i problemi della Sevel sono altri: i soliti legati ai trasporti, alla viabilità e, non ultimo, alla presenza di cinghiali che rendono ancor più pericoloso andare a lavorare nella zona industriale della Val di Sangro.
Cimone, lei non sembra affatto preoccupato per questo annuncio di Psa. Ci spieghi.
«Quei 100 mila furgoni sono veicoli fuori dalla portata per Sevel, per via delle dimensioni, e di conseguenza non è produzione sottratta e soprattutto non c’è nessun ridimensionamento né nei volumi né nei modelli, anzi di ufficiale c’è stato ribadito dai vertici che ci sarà una salita produttiva legata anche all’ingresso di Opel nel gruppo Psa e di conseguenza di produrre il veicolo commerciale con lo stesso marchio nel nostro stabilimento ed ecco la necessità di aumentare la capacità produttiva e di conseguenza la possibilità di passare dai 15 turni attuali ai 17 e tutto certificato dai fatti e dai numeri».
In sostanza non cambierà nulla per lo stabilimento produttivo della Val di Sangro, questo ci pare di capire.
«Esatto. Intanto da lunedì entreranno in Sevel altri 170 lavoratori con contratto da agenzie di somministrazione fino al 4 agosto. La nuova forza lavoro si aggiunge agli oltre 200 dipendenti assunti ad aprile e ai 70 entrati in precedenza anche per consentire agli oltre 6mila dipendenti Sevel di effettuare due settimane di ferie a scorrimento da maggio fino ad ottobre e se tutto sarà come nelle previsioni ci saranno ulteriori ingressi».
Insomma, segnali incoraggianti sui livelli occupazionali, questo ci sta dicendo.
«Nessuno può sapere ad oggi cosa accadrà alla scadenza dell’accordo joint-venture PSA/ FCA per Sevel nel 2023, ma una cosa è certa, se al posto di prendere posizioni di bottega si facesse qualcosa di concreto sulle note vicende come la viabilità, basta vedere i soliti rappezzi di asfalto alla meno peggio che vanno dall’alto Molise fino alla val di Sangro, solo per citarne qualcuna, ma ce ne sono tante altre nella medesima situazione, fino ai problema cinghiali, l’ultimo episodio solo qualche giorno fa che ha causato due incidenti importanti procurando ai malcapitati operai dell’indotto danni notevoli alle loro auto. Sono esempi di come oggi viviamo nelle nostre zone e, cosa ancora più incredibile, le società di autolinee che trasportano le maestranze alla Sevel dopo la nota vicenda navette per ripicca non considerano più la fermata 24 (finizione verniciatura nuova, ndr), lasciando letteralmente a piedi i pendolari davanti gli stalli e obbligando gli stessi a compiere tragitti rischiosi passando nei parcheggi adiacenti facendo slalom tra le auto in manovra e farsi oltre un chilometro a piedi per raggiungere il posto di lavoro . Tra l’altro sono le stesse società che applicano abbonamenti con prezzi più alti rispetto ad altre e nonostante tutto se ne infischiano di una parte degli utenti creando i disagi che ho indicato».
Chiaro: i problemi della Sevel sono altri, non l’ipotizzata delocalizzazione.
«Questi sono solo alcuni esempi, ma ce ne sarebbero tanti ma veramente troppi e tutto nell’insieme dimostra che si guarda poco o niente a trovare soluzioni, ma solo ad addebitarle ad altri e se continuiamo di questo passo si rischia seriamente di far scappare anche grandi colossi industriali. Per concludere la direzione Sevel ha convocato il comitato esecutivo di Fim Uilm Fismic Ugl per le ore 14:30 di lunedì 13 maggio. Vedremo che novità ci saranno».