AGNONE – Alice nel paese delle meraviglie, è stato questo il tema, fantastico e onirico, portato in scena, ieri sera, presso il teatro italo argentino di Agnone, dalle allieve della maestra di danza Deborah Puzo. Si è trattato del saggio di danza classica e moderna di fine anno accademico delle ballerine che hanno seguito i corsi presso la palestra Fitness Planet di Antonio Fagnani nella zona artigianale di Agnone. Tra gli ospiti che hanno assistito allo spettacolo, un giusto mix di armonia dei movimenti e musica, anche la vicesindaco di Agnone, Linda Marcovecchio, che ha apprezzato l’esibizione delle giovani e giovanissime ballerine e sottolineato l’importanza di una disciplina come la danza per lo sviluppo psicofisico delle bambine e ragazze. «Voglio ringraziare la maestra Deborah, tutte le allieve dei corsi e in particolare i genitori che hanno permesso alle proprie figlie di partecipare, anche a costo di sacrifici per via della viabilità non proprio confortevole, alle lezioni di questo anno accademico appena terminato» ha detto, in finale dello spettacolo, il responsabile della palestra Fitness Planet, Antonio Fagnani. Oltre che da Agnone, infatti, le allieve che hanno frequentato i corsi provengono da Castiglione Messer Marino, Belmonte del Sannio, Schiavi di Abruzzo. «Anche a costo di sacrifici, con il ponte Sente ormai chiuso temiamo per sempre, sulla mulattiera con la neve, abbiamo iscritto le nostre bambine ai corsi di danza, non solo per dare loro l’opportunità di realizzare un sogno e imparare una disciplina altamente educativa sia a livello fisico che psichico, ma anche per dare un sostegno alle attività di Agnone e dell’Alto Molise in genere che soffrono l’isolamento territoriale indotto da una viabilità al collasso. – hanno commentato, all’uscita dal teatro, alcuni genitori abruzzesi – I nostri piccoli sacrifici per fare la spola, su e giù, anche con la neve, dall’Alto Vastese verso Agnone hanno voluto rappresentare anche un segnale alle istituzioni che ci hanno abbandonato a noi stessi. Noi non ci arrendiamo e dobbiamo imparare a ragionare non sulla base dei singoli campanilismi, ma come un intero territorio, a prescindere da un inutile e ormai antistorico confine tra due regioni». Insomma, anche un saggio di danza può essere uno strumento di lotta e di solidarietà territoriale.
Francesco Bottone