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  • “Aree interne laboratorio di innovazione sociale per lo sviluppo del Paese”

    Le aree interne devono trasformarsi in laboratorio innovativo sociale garantendo partecipazione e sviluppo locale. La crescita delle aree interne non serve solo a migliorare le condizioni di chi vive in queste zone ma è utile soprattutto ad innalzare il tasso di crescita di lungo periodo dell’intero paese”.

    E’ quanto dichiara Lino Gentile sindaco di Castel del Giudice, da poco nominato delegato Anci per le Aree interne. Una nuova policy che può essere attuata con una serie di strumenti – prosegue Gentile – in primis “attraverso risorse pubbliche che devono essere usate con maggiore efficacia e tempestività badando di più alla qualità della spesa rispetto alla quantità”. Serve poi “una legislazione specifica che sia legata alle peculiarità delle aree interne, come ad esempio una normativa specifica per le cooperative di comunità che sia uno strumento di gestione di politica per le aree interne”.

    E infine bisogna puntare sul “capitale relazionale, sulla ‘cittadinanza affettiva’ e sull’emigrazione del passato che è stata una ferita importante per i nostri territori ma che può diventare una risorsa per il futuro. Può diventare uno strumento straordinario – conclude il sindaco –  per coinvolgere il talento, l’intelligenza, l’affettività delle persone che hanno abbandonato da qualche generazione i nostri territori e che possono dare un contributo per l’implementazione di un nuovo modello di sviluppo che punta sulla centralità delle aree interne.

    Lino Gentile, 53 anni, professione commercialista è al suo quarto mandato alla guida del Comune di Castel del Giudice. Ha avuto esperienze amministrative sia come consigliere comunale che di assessore di comunità montana. Durante i suoi mandati, il piccolo comune altomolisano ha ricevuto diversi riconoscimenti per i progetti di sviluppo sostenibile di tipo partecipativo avviati sul proprio territorio. In particolare, nel 2014, il Comune di Castel del Giudice ha ricevuto Il Premio Angelo Vassallo, riconoscendo nell’esperienze attuate lo spirito del sindaco cilentano ucciso nel settembre del 2010.

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