Borghi attivi, gestione boschi, cooperativa di comunità, orti urbani, social housing, mobilità sostenibile e soprattutto il progetto “Casa & Bottega” imperniato sull’utilizzo “etico” del patrimonio pubblico e privato danneggiato dal terremoto e ricostruito. Sono gli strumenti o per dirla alla Rossano Pazzagli gli «attrezzi» utilizzati dalla sindaca di Fontecchio, nell’Aquilano, Sabrina Ciancone, per risollevare le sorti della sua piccola comunità e invertire lo spopolamento che solo per gli ignavi appare inarrestabile.
E questi progetti, che hanno portato in pochissimi anni ad ottenere un dieci per cento in più di residenti nel piccolo centro dell’Appennino, sono stati illustrati dalla sindaca nel corso della prima lezione della “Scuola dei Piccoli Comuni“. A prendere appunti, attentissima, evidentemente per tentare di replicare quelle buone pratiche anche in Alto Molise, l’assessore al sociale del Comune di Agnone, Enrica Sciullo.
Fontecchio è un paese di trecento abitanti, nella valle del fiume Aterno, all’interno del Parco Sirente Velino, in Abruzzo. Dista circa trenta chilometri da L’Aquila, all’interno del cratere sismico. Come il resto delle aree interne, il Comune di Fontecchio non sfugge alle impietose tendenze di spopolamento e di rarefazione produttiva, dinamiche accelerate e acuite dal terremoto dell’aprile 2009. Poi succede una sorta di “miracolo“, perché proprio a partire dai fondi messi a disposizione per la ricostruzione post sisma, lo spopolamento del piccolo centro medievale non solo si arresta, ma arrivano addirittura nuovi residenti, attratti in paese dalla qualità della vita, dalla lentezza, dalla socialità.
«Per tentare la rigenerazione delle aree interne serve una visione, non solo un progetto. – ha spiegato nel corso di quell’evento Rossano Pazzagli, docente dell’Università del Molise e direttore scientifico della “Scuola dei Piccoli Comuni” – Si parte da una visione, si pianifica una strategia e solo successivamente si realizzano dei progetti tesi a concretizzare quella visione iniziale. L’esatto contrario della “logica” del Pnrr».
«Nel nostro Comune vive una comunità di trecento residenti circa. – ha spiegato la visionaria sindaca Sabrina Ciancone – L’offerta di Casa&Bottega risponde ad una domanda che non è circoscritta alle esigenze abitative locali. Facilitare la vita di comunità, supportare attività artigianali, aumentare la popolazione residente, fornire servizi agli abitanti e ai produttori, promuovere la mobilità sostenibile sono tutte azioni mirate a garantire coesione sociale».
E i risultati ci sono stati perché in paese sono arrivati trenta nuovi residenti, il dieci per cento della popolazione locale, provenienti da ogni parte del mondo, per un totale, ad oggi, di quindici nazionalità diverse. Questo significa giovani talenti che si sono trasferiti a vivere in quel piccolo centro montano, ma soprattutto una nuova comunità multiculturale, con tutti gli intuibili benefici del caso.
«Ci sono, ad esempio, degli artisti che hanno scelto di venire a vivere qui da noi, perché hanno trovato un ambiente culturalmente stimolante, anche dal punto di vista ambientale e della qualità della vita. – ha spiegato, quasi incredula del fatto che tutto ciò si sia effettivamente realizzato, la stessa sindaca Ciancone – Nuovi abitanti, con una età media molto bassa, arrivati in paese da ogni parte del mondo, a dimostrazione che nelle aree interne dell’Appennino non c’è nulla di meno che altrove, anzi. I piccoli centri montani non sono i luoghi del relax e dalla tranquillità, ma quelli della potenzialità».
«Non ci sono ricette miracolose per invertire lo spopolamento delle terre alte delle aree interne, – ha commentato l’assessore comunale di Agnone, Enrica Sciullo – ma buone pratiche amministrative, esperienze che altrove, ma comunque in realtà molto simili all’Alto Molise, stanno dando incoraggianti risultati. Servono politiche che facciano vivere bene e meglio le comunità locali, questa è la migliore promozione turistica per le aree interne».
Francesco Bottone
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