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  • Cacciatore 94enne salva una donna dallo stupro impugnando una pistola

    Le armi legalmente detenute dai cittadini sono utili, anche a prevenire reati violenti e odiosi come lo stupro. Non è un’opinione, ma quanto dimostra l’episodio di cronaca avvenuto nelle ultime ore.

    «Ho sentito gridare la signora, sono uscito e l’ho vista seduta per terra con la faccia insanguinata che ripeteva: È ancora dentro, è ancora dentro». Allora Bruno, 94 anni, è rientrato nel suo appartamento, ha preso la pistola, una semplice scacciacani e l’ha puntata contro il 23enne gambiano che aveva tentato di stuprare la donna. Grazie all’utilizzo dell’arma, sia pure una pistola a salve, l’anziano ha tenuto bloccato l’aggressore fino all’arrivo dei Carabinieri. «Sono un cacciatore, avrei potuto usare il fucile, ma mi è bastata una pistola giocattolo per fermarlo».

    Una pistola a salve, replica di quelle vere, ha funzionato da deterrente solo perché è difficile riconoscere che è uno strumento inoffensivo; ma se lo stupratore avesse abbozzato una reazione violenta? Evidentemente la pistola giocattolo avrebbe perso il suo “potere” di arresto del delinquente e le cose si sarebbero messe male non solo per la donna aggredita, ma anche per l’anziano accorso in suo aiuto. Con un’arma da fuoco, vera, l’anziano sarebbe stato in grado eventualmente di neutralizzare la minaccia concreta e imminente in caso di estrema necessità e per legittima difesa.

    Al di là di queste considerazioni, l’episodio di cronaca è la dimostrazione lampante e concreta di come un’arma, se legalmente detenuta, e se si è in grado di utilizzarla in sicurezza, possa rappresentare un utile strumento di difesa per la propria incolumità e addirittura per quella altrui. Ma in Italia l’utilizzo e il porto delle armi da fuoco sono “consentiti” solo ai delinquenti…

    Francesco Bottone

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