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  • Cani da tartufo avvelenati, Cerretano: «Non si parli di guerra tra tartufai, qui c’è un folle in azione»

    «Ci affidiamo alle autorità affinché facciano il loro lavoro e trovino chi ha commesso questa strage». Fabio Cerretano, presidente nazionale della Federazione nazionale associazioni tartufai italiani, interviene duramente sulla strage avvenuta nei giorni scorsi nei boschi dell’Alto Molise, sul territorio comunale di San Pietro Avellana. I quasi trenta cani da tartufo rimasti uccisi perché avvelenati con delle esche, sono per Cerretano «un vero e proprio atto di barbarie che va punito in ogni modo».

    «Non è il numero dei cani in sé, ma l’atrocità compiuta che ci deve far riflettere. – ha continuato Cerretano – Come si può compiere un gesto simile? Come si possono creare delle esche con il preciso scopo di andare a uccidere dei cani? Quanto è accaduto è vergognoso e chi ha compiuto questo atto deve essere rintracciato e punito dalle autorità competenti. A loro ci affidiamo affinché venga fatta giustizia per i tanti cercatori di tartufo che ancora oggi piangono per i loro cani barbaramente avvelenati». In base ai dati a disposizione della Finati, ammonta a trenta il numero dei cani da tartufo morti a seguito di avvelenamento tra l’Abruzzo e il Molise.

    «Nel bosco tra Ateleta e San Pietro Avellana c’erano decine di cercatori con i loro cani. – spiegano dall’associazione nazionale – Mentre camminavano, improvvisamente hanno iniziato a notare che i cani si comportavano in modo strano. Nel giro di pochi minuti ne sono morti sette e molti altri sono morti una volta tornati a casa, per un bilancio totale di trenta cani».

    Sul grave caso di avvelenamento è stata aperta un’inchiesta, condotta sul campo dai Carabinieri Forestali stanno cercando di ricostruire l’accaduto e risalire all’identità del vigliacco criminale che ha compiuto un tale insano gesto. Determinante l’intervento dell’unità cinofila antiveleno dei Forestali, di stanza a Frosolone. Il pastore belga “Africa” ha trovato diverse esche, completando la bonifica del territorio, che tuttavia resta chiuso a scopo precauzionale, così come disposto con apposita ordinanza dalla sindaca, Simona De Caprio.

    «Non si parli di guerra tra tartufai, questa è una vera e propria strage» ha sottolineato Fabio Cerretano, presidente nazionale della Federazione nazionale associazioni tartufai italiani. «Qui c’è un folle, un delinquente, che ha pensato di compiere questo gesto vergognoso per far fuori decine di tartufai e restare da solo a cercare tartufi in quella zona. – accusa il dirigente nazionale – Quello che è accaduto è vergognoso. Sono stati buttati nel bosco pezzi di prosciutto con dentro liquido velenoso e i cani che li hanno mangiati sono morti tutti. Non possiamo, ogni tre quattro anni, assistere a episodi come questo. – ha concluso Cerretano. – speriamo che chi ha compiuto questo gesto venga individuato e punito».

    Caterina d’Alba

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