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  • Capitale della cultura italiana 2026, viaggio nella “più colta ed arguta città del Molise”

    E così mercoledì 5 luglio, il Ministero della Cultura ha reso noto che sono 26 le città italiane e le unioni di Comuni che, entro il termine del 4 luglio, hanno inviato la manifestazione d’interesse per il bando ‘Capitale italiana della cultura 2026’. E tra queste, in prima fila, c’è Agnone.

    La cittadina, non a caso definita nel 1811 da Francesco D’Ovidio L’Atene del Sannio’ per il suo immenso patrimonio artistico e culturale. Ma non è solo la sua storia, ricca peraltro di importanti eventi e personaggi famosi, a rendere la ridente cittadina un vero e proprio luogo dell’anima che ogni volta stupisce i suoi visitatori (italiani e stranieri) quando passeggiano per il centro storico ricco di chiese e palazzi nobiliari, botteghe veneziane, archi e porte medievali con panorami mozzafiato sul Verrino e i monti circostanti. E’ l’atmosfera suggestiva che si respira in ogni angolo a rendere indimenticabile l’esperienza di tutti coloro che per la prima volta, dopo aver visitato la Pontificia Fonderia di campane, si addentrano nelle vie, nelle piazze, nei luoghi di accoglienza e di ristoro di questa vera e propria Città d’arte.

    Un patrimonio inestimabile arricchito da autori di rilevanza nazionale e internazionale che hanno scritto opere poetiche e filosofiche di ampio respiro presenti nelle più importanti biblioteche in Italia e in Europa a dimostrazione dell’importanza universale del lavoro ispirato dalla tradizione culturale de “La più colta ed arguta città del Molise”. Tra i più importanti spiccano Stefano Di Stefano (La ragion pastorale, 1731), Marino Jonata (El Giardeno, 1490), Ippolito Amicarelli, Ascenzo Marinelli, Francesco Saverio Cremonese, Baldassarre Labanca, Giuseppe Nicola D’Agnillo, Luigi Gamberale.

    Capoluogo naturale dell’Alto Molise, a cavallo con l’Abruzzo, Agnone è in continuo e propositivo contatto con altre realtà molisane che, con i loro patrimoni ambientali e culturali, costituiscono un unicum che rappresenta un vero e proprio gioiello. “Agnone ha tutte le carte in regola per competere a questa candidatura – afferma Francesco Tanzj, già presidente del Centro Studi Alto Molise – con la sua storia, i suoi personaggi famosi, le sue tradizioni, i prodotti agroalimentari, l’ambiente naturale, l’artigianato del rame, dell’oro e della millenaria fonderia di campane e tanto altro ancora”.

    Insignita da re Ladislao di Durazzo (o Alfonso d’Aragona) del titolo di Città Regia (1404), cioè libera e indipendente da qualsivoglia dominio feudale, in una delibera del 1864 vergata dal sindaco Tamburri si legge: “Ad onore del nostro paese è da ricordare per la storia e per la tradizione, che in verun tempo Agnone fu oppressa dal dispotico dominio dei principi, duchi o baroni. E fa meraviglia che mentre tutte le terre circostanti avessero a lamentare le tristi vicissitudini di quei tempi semibarbari per la povera Italia, questo paese solamente passa immune da tanta vergogna e miseria, sì per indomabile spirito di indipendenza dei cittadini, sì per odio implacabile di questi contro quei tirannelli di contrade, che lasciano di sé terribili ricordanze nei secoli avvenire”.

    Basterà per entrare nel novero delle 10 finaliste che a dicembre si contenderanno la proclamazione a capitale della cultura italiana? Il Molise incrocia le dita…

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