• Editoriale
  • Case abbandonate, solo una strategia unitaria può salvarci

    Sono Domenico Lanciano, 65 anni, calabrese ormai stabile in Agnone da oltre tre decenni.  Quasi 30 anni fa, il 7 ottobre 1986, ho lanciato, con lo slogan “Badolato paese in vendita in Calabria” un SOS per salvare il borgo medievale del mio paese natio il quale, abbandonato allora da più dell’84 per cento dei suoi abitanti (da 4800 a 800), rischiava una morte certa. Quell’appello ha fatto il giro del mondo e sulle colline dello Jonio sono giunti parecchi acquirenti, soprattutto dall’estero, i quali hanno avuto interesse non soltanto per le case vuote dell’antico ed ameno borgo (vero e proprio paese d’arte) ma anche per terreni e case rurali, dal livello del mare fino a 1200 metri di altitudine. Infatti, sono tuttora davvero tanti gli “stranieri” (persino provenienti dagli USA, tra cui Nicholas Iannone il cui nonno era nativo di Toro in provincia di Campobasso e la moglie Catherine Rosinski) i quali coltivano vigne ed uliveti, orti e serre di fiori, contribuendo così non soltanto a salvare il borgo come patrimonio edilizio e urbano ma anche la continuità agricola del territorio, riducendo significativamente le terre incolte. Successivamente con l’altra iniziativa del 1997-2000 di “Badolato paese dell’accoglienza” (di extra-comunitari) il borgo si è popolato di tante nazionalità (vi si parlano mediamente una trentina di lingue), diventando pure un borgo di artisti (ad esempio, ci abita pure il famoso cantante Pierò Pelù che contribuisce ad animare molto la locale vita culturale).

    La vicenda di “Badolato paese in vendita” (che ha tenuto banco nei mass-media italiani ed esteri per oltre due anni) ha evidenziato, per la prima volta in modo così clamoroso, lo stato di abbandono dei paesi e dei  borghi non soltanto del sud Italia, ma anche del resto della dorsale appenninica ed alpina italiana e del resto delle regioni euro-mediterranee. Allora si stimò essere oltre dodicimila i borghi a rischio spopolamento ed estinzione. La stessa Comunità Europea affermò che nel vecchio continente erano ben 40 milioni le dimore rurali di pregio già abbandonate e in fase di sgretolamento. Una situazione che necessitava di un progetto unico europeo di valorizzazione di tale ingente patrimonio. Dopo seri studi sociologici e statistici, personalmente, intervistato da giornali e televisioni di mezzo mondo (una pagina fu dedicata a ciò persino dal lontano The New York Times), ho ritenuto in tutta coscienza di dover lanciare l’allarme ponendo un problema socio-economico assai strategico che, poi, i decenni seguenti hanno mostrato aggravarsi sempre di più in tutto il mondo. E, qui in Molise (specialmente in Agnone) fin dal 1987 (c’è traccia di ciò anche nel mensile agnonese L’ECO)  ho cominciato ad esortare dirigenze e popolazioni a reagire al fenomeno dello spopolamento auspicando una strategia unitaria tra le istituzioni e le famiglie (specialmente emigrate) che avevano case vuote e terreni incolti. Un’azione, la mia,  incessante di sensibilizzazione che è giunta, a varie tappe d’intervento, fino a portare il 9 e 10 maggio 2014 in Alto Molise 14 giornalisti della Stampa Estera per lanciare da Agnone un utile SOS internazionale al fine di rivitalizzare borghi e campagne dell’Alto Molise e dintorni (un po’ come è già avvenuto in modo spontaneo a Castelverrino e in altri paesi molisani con una prima significativa presenza di famiglie provenienti da altri paesi europei).

    Quei giornalisti (provenienti da Inghilterra, Germania, Spagna, Belgio, Israele, Venezuela, Australia, Egitto, ecc.) erano rimasti così affascinati da queste montagne altomolisane che hanno chiesto di realizzare in Agnone una “Casa della Stampa” per un utilissimo “turnover” di giornalisti e loro amici scrittori. Una proposta, si può ben capire,  tanto preziosa (si può immaginare l’eco mondiale che avrebbero avuto i loro continui reportages) quanto incompresa dalle istituzioni locali, nonostante fossero intervenuti nel dibattito (non si sa ancora se soltanto per pura visibilità e vetrina) il vicepresidente della Giunta regionale Michele Petraroia e il deputato europeo Aldo Patriciello, mentre l’Amministrazione comunale agnonese fu apertamente contraria o comunque contraddittoria alla presenza della Stampa Estera e i restanti sindaci altomolisani, pur avvisati per iscritto, risultarono assenti persino nel segnalare o no il loro interesse. Questa ormai è storia, memoria e anche monito!

    Adesso, a firma di Vittorio Labanca alla pagina 15 de “Il Quotidiano del Molise” di mercoledì 23 settembre 2015, si legge, sotto il titolone di apertura del foglio “Case, Agnone piace agli stranieri”, l’enfasi con cui il vicesindaco Maurizio Cacciavillani reclamizza l’interesse di fantomatici acquirenti esteri (quanti e da dove?) verso le case (del borgo o della campagna?). Leggendo, mi è parso di capire che il tutto sembra essere comunque frutto di spontaneismo  (di cui si compiace l’assessore-vicesindaco ma in verità non attribuisce meriti della sua amministrazione, anche se forse lascia intendere che ci potrebbe essere un qualche “zampino” diretto o indiretto, lascia pensare, altrimenti perché una simile imbeccata alla stampa?). Quindi, al momento, tutto ciò pare sia frutto di spontaneismo non di una precisa strategia istituzionale o privata, promossa in collaborazione con i proprietari e in base ad un vero censimento (Maurizio D’Ottavio, direttore editoriale L’Eco dell’Alto Molise, scriveva un anno fa che sono addirittura attorno a mille le case vuote nel territorio agnonese) e su un’assistenza tecnico-legale in loco a chi proviene dal resto d’Italia e dall’estero. Forse, Cacciavillani, con questo intervento intendeva premiare, in modo sottinteso, la mia iniziativa del maggio 2014 (sostenuta economicamente da Giuseppe Marcovecchio e dall’associazione “Tradizioni e Sviluppo”)?…  Oppure il premio-stampa è riservato a quella analoga mia iniziativa realizzata un anno dopo nel maggio 2015 dall’Associazione I.A.M. (Identità Alto Molisana) la quale associazione, amica di alcuni amministratori che vi partecipano attivamente, non risulta produrre più iniziative significative dopo gli entusiasmi iniziali. O più probabilmente, Cacciavillani pensa di sommare come propri meriti,  come spesso erano soliti fare tanti politici ambiziosi e di lungo vedere, con questo forse presunto ed indiretto successo amministrativo, in vista di un lancio politico regionale o nazionale?… Il dottore Cacciavillani Maurizio sembra non aver dato al giornalista Vittorio Labanca riferimenti chiari e certi su cui ragionare e valutare, perciò l’articolo si presta a tante interpretazioni e persino illazioni, che lette da una pagina di giornale sembrano illusorie soluzioni individuali che nuocciono, come dimostrano intere vecchie generazioni di politici nostrani poco lungimiranti, alla concreta ed efficace lotta per la migliore e condivisa difesa del territorio.

    Morale della favola: non lo spontaneismo, l’ambizione ed il mal’orgoglio individuale riusciranno a salvare l’Alto Molise ma una salda strategia unitaria (tra istituzioni e istituzioni e tra queste ed i cittadini) che poi dialoghi con il resto del mondo, con posatezza, concretezza e lungimiranza. Agnone nel suo insieme e senza personalismi (in particolare con la leadership della sua Amministrazione cittadina) può ancora giocare un utilissimo e meritorio ruolo comprensoriale di confine (molisano-abruzzese) anche in questo settore della rivitalizzazione di borghi e ruralità (non soltanto per la difesa dell’ospedale e di altre peculiarità). Finora amministrativamente (come dimostrano le cronache e i fatti seguenti al maggio 2014) si è preferito combinare pasticci istituzionali, specialmente neutralizzando persone come me ed altri che per prima si erano mosse e a proprie spese per indicare una strategia comune per le case vuote ed i terreni incolti. Sono forse autorizzato a pensare che qualcuno volesse utilizzare e beneficiare gratis del lavoro fatto da me, da Giuseppe Marcovecchio e da “Tradizioni e Sviluppo“?… Comunque, nonostante il pesante boicottaggio dell’esperienza della Stampa Estera, nell’ultimo anno (giugno 2014-2015) ho cercato di coinvolgere ancora una volta nella strategia altomolisana le immobiliari agnonesi (già invitate precedentemente e rimaste mute), nonché  il sindaco di Pietrabbondante Giovanni Tesone, il giovane Andrea Cirulli che poi ha realizzato il sito “www.casealtomolise.com” ed altri. Adesso ho rallentato alquanto in questa operosità, sia perché l’età non consente sforzi che qui diventano sproporzionati persino per la cose più semplici e sia perché ho ancora tanto lavoro intellettuale mio da portare avanti e da concludere. Spero, perciò, che Maurizio Cacciavillani e tutto coloro i quali vogliono veramente bene a questo territorio possano agire nel miglior modo possibile per il bene comune. Ribadisco, però, che l’esperienza ci dice e ci raccomanda che senza una strategia unitaria e lungimirante non si fa molta strada. Auguri, Alto Molise!

    di Domenico Lanciano

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