(ANSA) – ISERNIA, 21 GIU – “La mia casa non può essere benedetta perché dentro c’è l’urna che contiene le ceneri di mio figlio.
Non è possibile”. È lo sfogo di Donato Passanese un 60enne di Isernia che a novembre dell’anno scorso ha perso un figlio di 30 anni, Fabio. I suoi organi sono stati donati e consentono di vivere a sette persone. Il vicario del vescovo, Don Claudio Palumbo, in merito alla benedizione non impartita dai sacerdoti, ha spiegato che “lo prevede il nuovo rituale funebre, disciplinato dalla liturgia”.
Ceneri del figlio in casa, la Curia dice «no» alla benedizione
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