Che la politica regionale in Abruzzo venga decisa altrove era chiaro da sempre, ma se ne è avuta l’ulteriore conferma ieri, con la cena a Palazzo Grazioli officiata dal direttore d’orchestra, l’inossidabile (crede lui, ndr) Silvio Berlusconi. L’ultraottantenne leader del centrodestra ha chiamato a rapporto tutti i suoi colonnelli abruzzesi per sciogliere, probabilmente, il nodo della candidatura a governatore. Roma locuta… si diceva una volta, ad indicare che una determinata questione, fino ad allora controversa, è stata definitivamente risolta attraverso la pronuncia della suprema autorità competente in materia. E la suprema autorità competente è sua santità il Cavaliere Benito… pardon, Silvio Brlusconi. C’era Mauro Febbo, storico esponente missino e ora forzista convinto, che aspira notoriamente a correre come candidato governatore d’Abruzzo dopo una lunga carriera nelle istituzioni abruzzesi. Ma c’erano, seduti al tavolo a Palazzo Grazioli, anche i suoi potenziali sfidanti: il senatore Nazario Pagano, Lorenzo Sospiri, Emilio Iampieri e Paolo Gatti, c’era anche il sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, ma c’era soprattutto lei, la sindaca, non la Raggi, ma Tiziana Magnacca, elegantissima in un ossequioso completo blu-forza Italia, prima cittadina di San Salvo, ma orgogliosamente originaria di Castiglione Messer Marino. Proprio Magnacca si è immolata, durante le scorse elezioni politiche, sull’altare degli ordini di scuderia. Ha condotto una campagna elettorale sapendo che i suoi voti avrebbero permesso l’elezione del paracadutato Gianfranco Rotondi. Vuoi vedere che quel sacrificio di allora sarà ripagato dal comandante supremo alle imminenti regionali? Tutto può essere, ma dipende sempre da quello che decide o ha già deciso il Cavaliere il quale, notoriamente, subisce il fascino femminile… E comunque una governatore di Castiglione non sarebbe affatto male.
Francesco Bottone