Interventi chirurgici laparoscopici con tecnologia 3D di ultima generazione sono stati eseguiti nel blocco operatorio dell’ospedale di Chieti dall’équipe della Chirurgia generale oncologica, diretta da Liberato Aceto. «L’innovazione della tecnologia tridimensionale – spiega il primario – permette un approccio alla cavità addominale con una percezione di spazialità e profondità totalmente differenti rispetto alla tradizionale bidimensionalità. Ciò si traduce in maggiore facilità e precisione del gesto chirurgico da parte dell’operatore e un minor tempo di durata dell’operazione, a tutto vantaggio del paziente sottoposto all’intervento».
La laparoscopia è una tecnica fondamentale, utilizzata in un’ampia gamma di discipline chirurgiche. I laparoscopi 2D convenzionali forniscono tuttavia solo un imaging monoculare del campo operatorio, rendendo difficile la precisa percezione della profondità. Per superare tali limiti, i laparoscopi 3D forniscono una qualità dell’immagine superiore e consentono ai chirurghi di identificare con precisione anche piccole strutture anatomiche. I laparoscopi 3D offrono ai chirurghi una visione molto simile a quella della chirurgia a cielo aperto e, fornendo un ampio campo visivo e immagini di elevata qualità, riducono i tempi d’intervento e migliorano la sicurezza per il paziente e il comfort per il chirurgo. Grazie a una serie di funzioni di imaging avanzate, i laparoscopi 3D costituiscono una potente soluzione clinica per molteplici specialità chirurgiche, tra cui gastroenterologia, urologia, ginecologia, chirurgia bariatrica e molte altre.
«Affinché le procedure laparoscopiche siano il più possibile sicure ed efficaci – spiega Liberato Aceto -, i chirurghi devono poter valutare la distanza dalle strutture anatomiche con elevata precisione. Tuttavia, poiché le immagini prodotte con i laparoscopi 2D convenzionali sono spesso piatte, l’identificazione dei piani chirurgici può risultare difficile e richiedere molto tempo. Lo sviluppo dei laparoscopi 3D ha compiuto enormi passi avanti verso il superamento di tali limiti, fornendo ai chirurghi una visione più dettagliata e immersiva di quanto fosse possibile in precedenza. Gli studi – aggiunge il direttore della Chirurgia generale oncologica – hanno dimostrato che l’uso di laparoscopi 3D ha ridotto la durata di molteplici procedure chirurgiche, tra cui resezione epatica laparoscopica, la chirurgia bariatrica e le anastomosi intestinali. Ridurre al minimo il tempo trascorso in sala operatoria non solo è più sicuro per i pazienti, ma alleggerisce anche il carico sui chirurghi e sui sistemi sanitari nel loro insieme, per i quali i grandi ritardi nelle procedure dovuti alla pandemia da Covid-19 sono motivo di grande preoccupazione».