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  • Cinghiali: il Molise proroga la caccia in braccata fino al 29 gennaio

    La lotta al contenimento del numero di cinghiali in Molise prosegue con nuovi interventi. Dietro espressa richiesta di Coldiretti Molise, la Giunta regionale ha infatti prorogato il periodo di caccia a questa specie fino al 29 gennaio cm. Una decisione che l’Esecutivo regionale ha adottato a seguito di nota ufficiale inviata dall’Organizzazione alla Regione nella quale la scrivente evidenziava come “l’eccessiva presenza dei cinghiali determini un quadro fortemente negativo sia per le attività economiche legate al mondo agricolo e zootecnico che per la pubblica incolumità, con un aumento esponenziale dei sinistri stradali”.

    A sinistra l’assessore regionale Nicola Cavaliere

    Oltre a ciò, a breve, sarà attivato un corso per aspiranti conduttori di cani limiere, una razza in grado di gestire tutte le fasi della caccia al cinghiale, dalla cerca alla seguita. “Questa ulteriore misura per il contenimento della specie cinghiale, attivata grazie ad un percorso condiviso tra l’Assessore regionale all’Agricoltura, Nicola Cavaliere, il presidente nazionale Enci, Dino Muto, ed il supporto del Gruppo Cinofilo Molisano – ha affermato il Direttore regionale di Coldiretti, Aniello Ascolese – non sarà di certo risolutiva del problema ma rappresenta un ulteriore strumento che contribuirà al contenimento del numero, ormai fuori controllo, dei cinghiali sul territorio. Inoltre, grazie a questo corso – ha aggiunto Ascolese – sarà ora possibile effettuare, come da noi richiesto, anche battute di caccia ‘in braccata’ e ‘in girata’, previste dalla normativa regionale ma ancora non utilizzate”.

    Come più volte denunciato da Coldiretti Molise, il numero di cinghiali sul territorio regionale si aggira intorno alle 40mila unità (in Italia se ne contano oltre 2,3 milioni). Si stima che nella nostra regione vi siano 9 cinghiali per chilometro quadrato. Per il mantenimento sostenibile dell’ecosistema il loro numero dovrebbe essere di 2 per chilometro quadrato. Ciò vuol dire che per riequilibrare l’ecosistema bisognerebbe che il loro numero venisse ridotto dell’80%.

    I cinghiali causano danni incalcolabili alle aziende agricole e zootecniche che sempre più spesso si vedono costrette a chiudere per l’emergenza da loro causata. Questi selvatici distruggendo interi raccolti, aggrediscono gli agricoltori a lavoro nei campi ed impediscono agli allevatori di utilizzare i foraggi di produzione aziendale per l’alimentazione dei capi. Come se ciò non bastasse, poi, i cinghiali costituiscono anche una seria minaccia per la pubblica incolumità, scorrazzando ormai indisturbati nei centri abitati e muovendosi liberamente sulle strade tanto da causare incidenti anche mortali.

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