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  • Cinghiali, l’assessore Imprudente: «Non ammetto posizioni ideologiche, bisogna sparare dentro le riserve»

    «Ringrazio Smargiassi per aver sottolineato anche lui l’importanza dell’emergenza cinghiali nel Chietino e più specificatamente nel Vastese. Tutti gli interessati sanno che dai primissimi giorni stiamo affrontando insieme la questione: dopo aver acquisito le informazioni necessarie dall’ufficio regionale competente, ci siamo subito attivati per risolvere il problema».

    Così il vice presidente della Giunta Regionale abruzzese e assessore alla Caccia, Emanuele Imprudente, che replica al presidente della Commissione vigilanza Smargiassi sull’emergenza cinghiali nel Vastese.

    «Come Smargiassi sicuramente saprà, per la prima volta nella storia della Regione Abruzzo gli Uffici parchi e caccia, sono stati inseriti sotto un unico assessorato da me diretto. Proprio il 16 maggio, esattamente un giorno prima del comunicato stampa firmato dal Presidente della commissione vigilanza, ho convocato una riunione dove hanno preso parte Amministratori locali gli Ambiti territoriali di caccia Chietino-Lancianese e Vastese, la Prefettura, la polizia provinciale e gli Enti Gestori delle Riserve Regionali. I punti discussi sono stati diversi: dalla presenza dei cinghiali all’interno dei centri abitati, che crea ormai un allarmismo sociale elevato, alle attività che hanno messo in campo gli Ambiti territoriali di caccia. Dal controllo delle popolazioni di cinghiali attuato dalla Polizia Provinciale coadiuvata dai proprietari e conduttori dei fondi in possesso della licenza di caccia, alle iniziative intraprese dalle Riserve Regionali. Le criticità riscontrate – continua Imprudente – sono state individuate nel ritardo dell’ATC Vastese a dare seguito alle direttive regionali per attivare la caccia di selezione all’interno delle zone di ripopolamento e cattura (ZRC), che sono state riaperte all’attività venatoria in quanto in questi ultimi anni sono diventate dei serbatoi per il cinghiale, all’inattività delle Riserve regionali, anch’esse ormai diventate delle zone di rifugio per la specie. Con la Prefettura si è invece concordata la procedura da attivare in caso di presenza dei cinghiali all’interno dei centri urbani. Alla fine della riunione dopo aver preso atto di tutte le procedure messe in campo dalla Regione, sono stati invitati gli ATC ad attivarsi immediatamente con la caccia di selezione all’interno delle ZRC e le Riserve Regionali a mettere in campo tutte le azioni possibili che vanno dalle catture con gabbie, alla prevenzione e agli abbattimenti. Su quest’ultimo punto sono stato chiaro: non ammetto posizioni ideologiche. Se la normativa quadro delle aree protette, in particolare l’art. 22 della 394/91, prevede che possono essere attuati abbattimenti utilizzando cacciatori, le riserve lo devono fare. Abbiamo dato la disponibilità anche della Polizia Provinciale per coadiuvarli. Devo congratularmi infine con l’ATC Chietino e lancianese per il lavoro svolto. Dando seguito alle direttive della regione in due anni hanno ridotto i danni alle colture agricole del 47/%. Nella Provincia di Chieti nel 2018 abbiamo avuto danni alle colture agricole per un ammontare complessivo di ottocentomila euro di cui seicentomila euro nell’ATC Vastese e duecentomila euro nel Chietino Lancianese. A fine mese provvederò a riconvocare un’ulteriore riunione per verificare lo stato di fatto. Inoltre mi sto attivando per richiedere ai Ministeri competenti la modifica della L. 157/92 per portare a quattro mesi la caccia al cinghiale e per l’inserimento nella stessa della figura del cacciatore coadiutore nell’attività di controllo che la recente sentenza della corte costituzionale ha cancellato dalla nostra Legge regionale».

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