Sono tre gli studenti contagiati dal Coronavirus che frequentano le scuole della provincia di Chieti, due del secondo anno e uno del primo. L’ultimo è uno studente residente nel capoluogo teatino che frequenta un istituto di un’altra città. Per tutti sono scattate le misure previste dai protocolli di gestione dei casi di Covid19 negli istituti scolastici, e messi in quarantena i compagni delle tre classi interessate, circa 50 in tutto. Saranno in isolamento fiduciario per 14 giorni dalla data dell’ultimo contatto. Per gli insegnanti, invece, è prevista l’esecuzione del tampone, e in caso di esito negativo il rientro in aula. Un gran lavoro, dunque, per il Dipartimento Prevenzione della Asl Lanciano Vasto Chieti, diretto da Giuseppe Torzi, e in particolare per la referente Covid Scuole Donatella Belfatto, impegnati in queste ore nella ricostruzione della catena dei contatti avuti dai ragazzi risultati positivi al test, la cui vita di relazione, come normalmente accade, abbraccia ambiti diversi, dentro e fuori la scuola.
Ma c’è un altro tema che rende complicata in queste ore la vita dei dirigenti scolastici da una parte e medici di medicina generale e pediatri dall’altra, e riguarda il rientro a scuola di alunni e operatori assenti per Covid19, sospetto o confermato. A fare chiarezza ci ha pensato l’Ordine dei Medici della Provincia di Chieti, che ha stilato un documento, a firma del Presidente Ezio Casale, inviato alle categorie professionali interessate e ai Dirigenti Scolastici, nel quale vengono richiamate procedure e percorsi per la gestione dei casi di infezione o sospetti tali a scuola, e puntualizzato l’aspetto delle certificazioni.
Più semplice il percorso delle persone risultate positive al test, che potranno tornare al proprio posto con l’attestazione di guarigione rilasciata dopo l’esito negativo di due tamponi eseguiti a distanza di 24 ore l’uno dall’altro. Per quanti, invece, risulti negativo il test effettuato per sintomi di sospetto Covid19, il percorso sarà valutato da medici e pediatri, che comunque ne disporranno la permanenza nel proprio domicilio fino a completa guarigione clinica, da attestare poi ufficialmente in vista del rientro a scuola, specificando che è stato seguito il percorso diagnostico e terapeutico di prevenzione del virus previsto dai documenti regionali e nazionali.
Nel caso in cui uno studente sia stato in cura per una patologia come traumi, allergie, ferite e simili non riconducibili al Covid19 e in assenza di sintomi che facciano sospettare un contagio, va rilasciata da parte di medici di medicina generale e pediatri una certificazione di riammissione a scuola solo dopo un’assenza minima di 4 giorni per le scuole dell’infanzia, e di 6 giorni per tutte le altre scuole.
Precisate anche altre situazioni, come l’attestazione della condizione di fragilità, che non è di competenza del medico di medicina generale o del pediatra, ma compito delle Commissioni Medico Legali Inps, Inail e Asl, sia che si tratti di un operatore scolastico che di un alunno. Allo stesso modo non lo è la certificazione dell’assenza dal lavoro di genitori di un alunno minore messo in quarantena perché contatto stretto di un compagno di classe o insegnante Covid positivo. In tale situazione, infatti, si può far ricorso al lavoro agile per tutta la durata della quarantena, oppure alla richiesta di congedo straordinario.