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  • Dopo 22mila dosi l’hub vaccinale di Agnone può chiudere: «Missione compiuta»

    «La nostra “missione” è quasi completata. Probabilmente entro qualche settimana il centro chiuderà, speriamo definitivamente, perché significherebbe che la battaglia è stata vinta». Sono le parole di Matteo De Simone, volontario, insieme ai suoi amici e colleghi, presso il centro hub di Agnone attivato dall’amministrazione comunale e dall’Asrem per far fronte alla necessità di vaccinare contro il Covid19 tutto l’Alto Molise. Una sorta di macchina da guerra contro il virus, coordinata dal vicesindaco e medico Giovanni Di Nucci, che ha vaccinato tutta la popolazione di Agnone e dei centri limitrofi con le tre dosi previste. Ora che si avverte il «canto del cigno della pandemia», come dichiarato dal sottosegretario Sileri nelle scorse settimane, che l’hub vaccinale di Agnone può essere smantellato, posto a riposo, meritato riposo.

    «Esattamente dodici mesi fa, il 21 febbraio 2021, apriva il centro vaccinale di Agnone con le prime centoventi somministrazioni alle persone con più di 80 anni. – ricorda il volontario della Protezione civile, Matteo De Simone – Il primo vaccino fu somministrato al signor Antonio Di Nucci, classe 1925. Da quel momento sono passati 365 giorni e il numero delle dosi somministrate è salito vertiginosamente, con picchi anche di 365 dosi somministrate in una mattinata, fino a raggiungere il numero attuale di 21.922 dosi».

    Anziani, adulti, fragili, giovani, giovanissimi e anche bambini, sono stati i “pazienti” che hanno fatto ricorso alle prestazioni erogate dall’hub vaccinale di Agnone in questo lungo anno di lotta alla pandemia. Ventiduemila dosi di vaccino, per ripartire e mettersi alle spalle lockdown e limitazioni varie. Davvero una “missione” quella di volontari, medici e infermieri che hanno messo a disposizione il proprio tempo e le proprie competenze per estendere la copertura vaccinale a tutto il territorio dell’Alto Molise. E per una volta allora, prendendo in prestito le parole di Matteo De Simone, speriamo che questo servizio sanitario sul territorio chiuda al più presto, perché appunto vorrà dire che «la battaglia è stata vinta».

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