Quindici riti, altrettante comunità, quattro regioni pronte a sfilare, sabato 2 dicembre, lungo il corso principale di Agnone in occasione della seconda edizione della ‘Festa dei fuochi rituali’. A definire i dettagli dell’organizzazione, che vede un grande sforzo logistico, l’incontro avuto nella sala convegni del Comune altomolisano. Presenti amministratori e associazioni dei vari centri con il sindaco di Agnone, Daniele Saia a fare gli onori di casa e ringraziare pubblicamente quanti hanno aderito all’evento che aspira a diventare patrimonio immateriale dell’Umanità dell’Unesco.
Rispetto all’anno scorso sono otto i riti in più che illumineranno la notte dell’Atene del Sannio. In tutto quindici con gruppi provenienti da Toscana (Pitigliano, Abbadia San Salvatore), Abruzzo (Fara Filiorum Petri, Santo Stefano di Sante Marie) e Puglia (San Marco in Lamis), che andranno a sommarsi a quelli nostrani (Oratino, Salcito, Montefalcone nel Sannio, Bagnoli del Trigno, Civitanova del Sannio, Agnone, Pietrabbondante, Roccavivara, Mirabello, Belmonte del Sannio).
«Si tratta di una manifestazione caratteristica mai vista fino a due anni fa – afferma Domenico Meo, attento studioso di tradizioni legale al fuoco -. E’ questa un’iniziativa dagli alti contenuti antropologici che riafferma, laddove ce ne fosse bisogno, l’importanza di un elemento naturale quale il fuoco e lo esalta sotto forma di spettacolo. Siamo convinti – aggiunge Meo – che la riproposizione di tali riti possa portare all’ambito riconoscimento dell’Unesco come avvenuto per la ‘Fallas del Pirineo’ dove 63 municipalità di Spagna, Francia e Andorra sono riusciti nell’impresa. Il percorso, affinché ciò possa avvenire anche per la Festa dei fuochi rituali, che tra l’altro annovera la Ndocciata (Patrimonio d’Italia per la Tradizione, ndr), è lungo ma siamo sul viatico giusto. L’unione dei riti che di anno in anno cresce, è sicuramente la carta vincente di una partita la quale andrà giocata tra protocolli, richieste, ma soprattutto evidenziando aspetti associativi, trasversali e divulgatori».
Un concetto ribadito dallo storico, oggi ex presidente della Pro loco, l’avvocato Giuseppe Marinelli presente all’incontro: «Solo unendo le forze si può raggiungere un risultato straordinario come quello del riconoscimento Unesco. A riguardo l’intero Molise sta dando prova di come bisogna muoversi. Un fatto eccezionale se consideriamo, che spesso e volentieri, sciocchi campanilismi hanno rappresentato motivi di scontro e fattori di arretratezza culturale. Al contrario, oggi, grazie alla condivisione di un progetto lungimirante, che catalizzerà di migliaia di presenze, si può guardare speranzosi al futuro di un’intera regione la quale necessità di entrare nei circuiti turistici nazionali e internazionali».
A crederci in primis è il sindaco Daniele Saia. «Non mi stancherò mai di ringraziare la disponibilità offerta dai tanti centri, che a titolo gratuito, hanno sposato l’idea di comunanza nel segno di rituali antichi i quali intendono tramandare usi, costumi e tradizioni per valorizzare al meglio il patrimonio e la memoria storica delle popolazioni della fascia appenninica che tra mille difficoltà sta dimostrando una vitalità impareggiabile. L’augurio è che presto gli sforzi possano essere ripagati con il raggiungimento Unesco il quale significherebbe la chiave di volta per continuare a vivere in questi territori».
Intanto prosegue a tamburo battente la campagna mediatica avviata dai maggiori quotidiani e siti online che dalla Toscana alla Puglia, passando per l’Abruzzo, stanno pubblicizzando l’evento del 2 dicembre che sarà aperto dalle performance del gruppo ‘Folklorico Agnone’ capitanato dall’inossidabile Peppè De Martino. Insomma, se il buongiorno si vede dal mattino….