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  • Firearms United Italia: «La Resistenza fu fatta con i fucili e i mitra, non con i gessetti colorati»

    La Firearms United Italia, costola italiana della confederazione europea dei possessori di armi da fuoco, approfitta della ricorrenza del 25 aprile per un’interessante riflessione sulla legale detenzione di armi da fuoco da parte dei civili. Alcune nazioni europee, come l’Estonia ad esempio, stanno liberalizzando l’acquisto e il porto di armi da fuoco per i civili, in un’ottica di maggiore e diffusa sicurezza sia personale che nazionale. In questo modo l’Estonia ricorda all’intera Unione Europea una lezione imparata nel 1945 e dimenticata in fretta praticamente ovunque, soprattutto in Italia.

    Nel nostro paese la cosiddetta festa della liberazione, polarizzante e divisiva come in poche altre nazioni, è paradossalmente divenuta appannaggio di partiti politici e organizzazioni che sostengono restrizioni sempre maggiori sul possesso e l’utilizzo di armi da fuoco ad opera dei civili, dei semplici cittadini, perché «favoriscono la formazione di gruppi armati», come se i partigiani fossero stati altro, forse musicisti o raccoglitori di funghi.

    Firearms United Italia commenta: «L’Italia è il Paese in cui chi esalta i valori della Resistenza dimentica che essa fu fatta con i fucili e i mitra e non con i gessetti colorati. Chi fece la Resistenza non rinunciò alle armi e spesso, anche dopo il formale disarmo, le tenne nascoste e a portata di mano. L’Italia crede che gli ideali di libertà e democrazia siano totalmente universali e superiori da poter resistere a qualsiasi attacco, senza necessità di difesa. Un Paese in cui chi esalta la Resistenza commette un errore che già altri in passato hanno commesso, quello di un pacifismo di maniera e di principio che arriva a preferire la pace dello schiavo alla lotta». «La storia ricorda a tutti una lezione severa: per alcune conquiste bisogna combattere; tali conquiste non sono né mai saranno eterne; per difenderle bisogna sempre essere pronti a tornare a combattere».

    E molti stati europei riconoscono il ruolo importante della cittadinanza armata nella difesa nazionale e collettiva e a questo scopo mantengono milizie civili e riserve militari armate. «Chi non accetta questa lezione (prenda nota l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia – ANPI) usurpa in maniera indegna il nome, il messaggio e il ricordo di chi resistette con le armi agli invasori nazisti e ai loro collaborazionisti fascisti in Italia, in Francia, in Polonia e negli altri Paesi occupati. – chiude l’associazione Firearms United Italia – E costoro, oggi, il 25 aprile 2025, scenderanno in piazza sventolando una superiorità storica e morale che non hanno».

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