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  • Foibe, gli alunni dello “Spataro” non dimenticano

    Martedì 10 Febbraio, presso l’Aula Magna del’Istituto Omnicomprensivo di Gissi, gli alunni della classe quarta e quinta, in ricordo degli eccidi ai danni della popolazione italiana della Venezia-Giulia e della Dalmazia, durante il secondo conflitto mondiale e nel dopoguerra, hanno assistito alla proiezione di un Documentario sulle Foibe.
    A seguire, i ragazzi hanno riferito le loro considerazioni e riflessioni sull’argomento, tra queste l’eccidio come moto di odio, di furia sanguinaria; un movimento che, sotto forme diverse, si ripete anche oggi, visti i recenti eventi di inaudita violenza che si registrano nel mondo.
    Il prof.Marisi ha asserito che oggi non è solo il giorno del Ricordo, è soprattutto il giorno della “Parola”, perché, attraverso essa, passa la possibilità di ricordare, di testimoniare, di diffondere la voce della Pace e della Libertà.
    Laddove termina il dialogo, lì si spegne la luce del rispetto reciproco.
    L’impegno fondamentale è di non rinunciare a parlare, soprattutto perché questa possibilità non è scontata; va apprezzato il valore del dialogo e del confronto, dello scambio umano all’interno della comunità scolastica, delle famiglie, dei paesi. Altrimenti, la memoria, il ricordo, senza la parola, è oblìo. Una persona senza ricordo è una persona senza identità.
    Al di là delle ideologie,bisogna credere nelle persone che, insieme, costituiscono famiglie, popoli, nazioni. La libertà, la dignità, l’uguaglianza, la solidarietà, la cittadinanza, la giustizia, rappresentano i valori comuni su cui si fonda l’Europa.
    I docenti hanno poi ricordato una citazione di Charlie Chaplin, il mitico Charlot, in occasione di un discorso; parole che invitano a riflettere, che valevano allora e valgono tuttora: dalmata
    “Mi dispiace, ma io non voglio fare l’Imperatore, non è il mio mestiere. Non voglio governare né conquistare nessuno, vorrei aiutare tutti se possibile: ebrei, ariani, uomini neri e bianchi. Tutti noi esseri umani dovremmo aiutarci sempre, dovremmo godere soltanto della felicità del prossimo. Non odiarci e disprezzarci l’un l’altro. In questo mondo c’è posto per tutti, la natura è ricca, è sufficiente per tutti noi, la vita può essere felice e magnifica, ma noi l’abbiamo dimenticato. L’avidità ha avvelenato i nostri cuori, ha precipitato il mondo nell’odio, ci ha condotto a passo d’oca fra le cose più abbiette. Abbiamo i mezzi per spaziare, ma ci siamo chiusi in noi stessi, la macchina dell’abbondanza ci ha dato povertà, la scienza ci ha trasformato in cinici, l’abilità ci ha resi duri e cattivi. Pensiamo troppo e sentiamo poco. Più che macchinari ci serve umanità, più che abilità ci serve bontà e gentilezza. Senza queste qualità la vita è violenza, e tutto è perduto.[…]
    Soldati! Non difendete la schiavitù ma la libertà..….voi, voi il popolo avete la forza di creare le macchine, la forza di creare la felicità, voi il popolo avete la forza di fare in modo che la vita sia bella e libera, di fare di questa vita una splendida avventura. Quindi, in nome della democrazia, usiamo questa forza, uniamoci tutti, combattiamo per un mondo nuovo, che sia migliore, che dia a tutti gli uomini lavoro, ai giovani un futuro ai vecchi la sicurezza. Promettendovi queste cose dei bruti sono andati al potere; mentivano, non hanno mantenuto quelle promesse e mai lo faranno. I dittatori forse sono liberi perché rendono schiavo il popolo, allora combattiamo per mantenere quelle promesse, combattiamo per liberare il mondo eliminando confini e barriere, eliminando l’avidità, l’odio e l’intolleranza. Combattiamo per un mondo ragionevole, un mondo in cui la scienza e il progresso diano a tutti gli uomini il benessere.
    Soldati! Nel nome della democrazia, siate tutti uniti!….
    Prima o poi usciremo dall’oscurità verso la luce, e vivremo in un mondo nuovo. Un mondo più buono, in cui gli uomini si solleveranno al di sopra della loro avidità, del loro odio, della loro brutalità.
    Allora guardiamo tutti in alto. L’animo umano troverà le sue ali, e finalmente comincerà a volare, a volare sull’arcobaleno, verso la luce della speranza, verso il futuro. Il glorioso futuro che appartiene a te, a me, a tutti noi”.

    Prof.Domenico Marisi

    Prof.ssa Stefania Colangelo

    Prof.ssa Patrizia Marcovecchio

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