Trentadue piante da frutto messe a coltura dagli alunni dell’istituto comprensivo di Castiglione Messer Marino – Carunchio in collaborazione con la Pro Loco, l’associazione “Senectuti Reverentia” e l’amministrazione comunale di Celenza sul Trigno. Nasce così, nel piccolo centro montano del Vastese, il “Frutteto popolare“. La cerimonia di avvio del frutteto, con la posa nel terreno degli alberi da frutto, è avvenuta nella mattina di ieri a Celenza sul Trigno con la partecipazione degli alunni dei vari plessi dell’istituto scolastico comprensivo e dell’amministrazione guidata dal sindaco Walter Di Laudo.

L’idea è stata delle associazioni del posto che, dopo le sagre e le manifestazioni estive, si sono trovate con un residuo di cassa. Invece di spartirsi il denaro, hanno pensato bene di investirlo per il paese e il territorio, per le giovani generazioni. E’ nata così, quasi per caso, l’idea di realizzare un frutteto popolare. E il luogo scelto è stato quello degli impianti sportivi in Piano San Rocco, un posto frequentato abitualmente da bambini, ragazzi e genitori.

Un frutteto per tutti: natura, condivisione e frutti genuini a disposizione della comunità. Tutto a km zero e senza alcun trattamento chimico. Questi i capisaldi e le finalità dell’iniziativa, unica nel suo genere, partorita dalla sinergia tra le varie associazioni attive a Celenza e l’amministrazione comunale.

«E’ stata un’esperienza altamente formativa per gli alunni che hanno partecipato alla inaugurazione del frutteto popolare. – spiega Yvan Valentini dell’amministrazione comunale – I bambini e i ragazzi hanno forse una scarsa consapevolezza della natura e anche di come si producano i frutti, il cibo che finisce sulle tavole e nelle mense scolastiche. Le scolaresche sono state molto interessate e hanno posato nel terreno, con le proprie mani, alcuni degli alberi da frutto. Abbiamo inoltre distribuito un opuscolo informativo realizzato dalla nutrizionista Simona Piccoli con tutte le proprietà benefiche e nutrizionali dei vari frutti che nasceranno. Abbiamo messo a coltura piante che possono produrre in queste zone, anche in base al clima, riscoprendo alcuni frutti che un tempo erano molto diffusi e usati, ma che oggi si fa fatica a trovare. Insomma, una vera lezione sulla natura e sulla importanza della biodiversità».