• Editoriale
  • Ice bucket challenge: non fate i deficienti, basta sprecare preziosa acqua potabile

    CASTELGUIDONE – «E’ tragico che per raccogliere fondi occorra fare i deficienti». Con queste parole il filosofo Massimo Cacciari ha commentato l’iniziativa ice bucket challenge, il fenomeno virale finalizzato, almeno così era nelle intenzioni di chi lo ha ideato, a raccogliere fondi per combattere la Sla.

    Andando oltre Cacciari, siccome ci piace fare gli antipatici ad ogni costo, possiamo tranquillamente affermare che è ancor più tragico che per fare i deficienti si sprechi acqua potabile, un bene prezioso, magari in un Comune dove l’acqua è poca e ogni estate i residenti si trovano a combattare contro la crisi idrica e il razionamento nelle abitazioni. 

    Il paese in questione, quello di cui abbiamo notizia, è Castelguidone. Il fenomeno virale delle secchiate di acqua gelida ha raggiunto e coinvolto anche il piccolo centro montano del Vastese. Tra goliardia, esibizionismo e forse anche un briciolo di convinta adesione alla causa della Sla, sono stati realizzati e poi postati su facebook diversi video che mostrano decine e decine di persone del posto, adulti e adolescenti, residenti e turisti, intenti a sprecare litri e litri di preziosa acqua potabile addirittura attingendo dalla fontana storica nella piazza del paese. Uno spreco in pubblica piazza.

    Non sappiamo se tutti gli aderenti all’iniziativa si siano limitati solo a farsi una doccia pubblica o se abbiamo poi messo mano al portafogli per fare l’unica cose sensata, cioè donare soldi alla ricerca per sconfiggere la Sla. E nemmeno ci interessa, sinceramente. Ciascuno è libero, con i propri soldi, di fare ciò che vuole, di investirli o buttarli come meglio crede. Al contrario non è ammissibile che qualcuno, per una spacconata da sbattere on line, fosse anche per una buona causa, sprechi dell’ottima acqua potabile di montagna mentre in quello stesso momento il paese è alle prese con il razionamento idrico.

    Perché tra l’altro la doccia gelida, questo è l’ ice bucket challenge, è alternativa alla donazione di cento euro o cento dollari. Quindi, almeno teoricamente, chi ha fatto la doccia, sprecando acqua pubblica, non ha poi donato. Proprio quella doccia gelida lo ha messo in condizione di non donare, secondo lo spirito dell’iniziativa. Ma siamo sicuri che molti, se non tutti, dei “bagnanti” di Castelguidone hanno poi donato alla ricerca. E allora la domanda è lecita: perché la doccia? Perché sprecare acqua potabile, un bene prezioso e sempre più raro? 

    Mentre in pubblica piazza si realizzava quello spreco, impunito e sotto gli occhi di tutti, nelle abitazioni i rubinetti erano a secco. Perché si è proceduto al razionamento idrico, con chiusure notturne, dalle ore 20 alle ore 8 del mattino, proprio perché l’acqua è poca. Certo la colpa è soprattutto della dispersione, di un acquedotto colabrodo, ma perché aggiungere spreco allo spreco? Perché sprecare deliberatamente un bene prezioso?

    Solitamente i sindaci emanano un’ordinanza, nel periodo estivo, che vieta l’utilizzo improprio dell’acqua potabile, proprio in ragione della nota crisi idrica. C’è stata, questa volta, l’ordinanza del sindaco? Se c’è stata quei “bagnanti” in pubblica piazza l’hanno palesemente violata, andando incontro alle eventuali sanzioni previste. E allora perché nessuno, dal Comune, dalla Polizia municipale, ha impedito il perpetrarsi dello spreco di acqua? E la Sasi sa nulla di questa dannosa pagliacciata?

    Decine e decine di partecipanti solo a Castelguidone, con una media di quattro o cinque litri di acqua potabile buttati, fanno un bel danno. Se poi il calcolo lo si fa su scala mondiale vengono fuori numeri da paura, da follia. Nello stesso tempo in Africa si muore di sete, ad esempio. Finto moralismo? No, lucida realtà, difficilmente smentibile.

    E allora non fate i deficienti, donate  soldi per la Sla, ma almeno non sprecate l’acqua potabile, che è un bene pubblico. Anche perché, è opportuno ricordarlo, le due cose, la doccia e la donazione, sono alternative. Chi dona è esentato dal fare il deficiente.

    Francesco Bottone

    effebottone@gmail.com

     

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