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  • Il guerriero sannita nello stemma della Regione, dall’Abruzzo l’idea che piace a Pietrabbondante

    «Gentium vel fortissimarum Italiae». Quando Plinio il Vecchio usò questa definizione per narrare le gesta del popolo più valoroso d’Italia il riferimento era chiaramente ai Sanniti. Quel motto è stato inserito, nei giorni scorsi, nel nuovo stemma ufficiale della Regione Abruzzo. La Regione “cugina” celebra i Sanniti, dunque, anche se gli stessi hanno abitato la parte meridionale dell’Abruzzo e l’Alto Molise in particolare.

    Il nuovo stemma della Regione Abruzzo con il guerriero di Capestrano

    La composizione grafica del nuovo stemma della Regione Abruzzo, approvato con una specifica legge dal Consiglio regionale, consiste in «uno scudo sannitico interzato in sbarra d’argento, di verde e d’azzurro, sul quale è posto il Guerriero di Capestrano, rappresentato a figura intera, in forma stilizzata». Sotto lo scudo è indicato il motto “GENTIVM VEL FORTISSIMARVM ITALIAE” in caratteri maiuscoli. Lo scudo e l’iscrizione sono chiari riferimenti al popolo dei Sanniti, ideatori della prima Italia intesa come nazione.

    E il nuovo stemma della Regione Abruzzo offre lo spunto per l’utilizzo di un altro celebre guerriero, quello Sannita appunto, che giganteggia nella piazza principale di Pietrabbondante. Il presidente Roberti potrebbe semplicemente imitare il collega Marsilio e l’intero Molise potrà fregiarsi del simbolo del guerriero Sannita di Pietrabbondante.

    Intanto a Pietrabbondante hanno ultimato degli interventi di riqualificazione portati avanti dall’amministrazione comunale e illuminato le celebri “Morge” che dominano il centro abitato rendendolo ancor più suggestivo.

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    1 Comment

    1. Sono Sannita, i nostri Avi sono la nostra Identità culturale e Storica. Noi ricercatori e storici e Archeologi ( De Benedittis Gianfranco e Nicola e altri scrittori di romanzi storici tra cui pure Gerardo Bruno)Lavoriamo e lavoreremo sempre affinché la storiografia Romana e quella Tradizionale che trova ispirazione negli scritti spesso lacunosi di Tito Livio e degli Annalisti Romani riesca ad invertire la rotta e ridare al nostro popolo Sannita, ai nostri Padri la giusta ricollocazione nella storia , una storia negata. Una civiltà evoluta e democratica che trovava ispirazione nelle riforme di Solone e Pericle, aveva contatti con le realtà delle colonie della Magna Grecia, la contaminazione culturale raffinata si può dedurre dai vasi, dai gioielli, dai templi di Pietrabbondante ,dalle strade e le costruzioni della Pompei pre Romana e dalla Storia delle città campane come Stabiae ed Ercolano, Nuceria Alfaterna o altre città del Sannio Beneventano e Molisano….sarebbe un lungo elenco… Le fortificazioni sulle alture….Meritano una visita tutti i musei dedicati ai nostri avi Sanniti, Benevento, Montesarchio, Pietrabbondante… Il vaso di Astteas, i monili delle donne Sannite , il vasellame e le statue..a Castelpagano( BN) il mio Paese di origine, durante gli scavi hanno rivenuto due statuette raffiguranti le divinità di Ercole, oltre che diversi giavellotti e armi…una zona adiacente al tratturo Castel di Sangro – Lucera, zona ai tempi con un forte insediamento del popolo deiPentri, Una particolarità: i nostri Avi dedicavano o meglio prestavano un attenzione particolare alla prestanza e all’ aspetto fisico, le donne con la chatelaine, bracciali, tuniche lunghe pinzate strette in vita, con acconciature tipiche , l’ aspetto evocava sensualità. Madri austere, padrone della casa e attente e spartane nell’ educazione dei figli..Gli uomini anche loro curati nell’ aspetto con armature, corazze trilobate ed elmi con cresta e Due piume di aquila ai lati, bracciali di bronzo e anelli, schinieri e cinturoni decorati con figure fantastiche di animali, animali con una forte connotazione mistica e religiosa e spirituale, perché sulla religiosità degli antichi Sanniti ci si può immergere intensamente, vivendo insieme a loro la quotidianità di una vita dove i riti sacri e propiziatori sono una costante. I Numina animavano ogni forma naturale e animale, i monti, gli alberi, i prati, le case , il focolare…Numina benevoli a protezione delle genti , delle loro case, dei loro animali, dei loro luoghi naturali … Esistevano anche i Numina malevoli che andavano abboniti con riti sacri soprattutto al calare della notte, potevano entrare con le tenebre e i venti che soffiavano dai monti….Le donne Sannite praticavano questi riti ancestrali e sacri mentre filavano…gli uomini sui pascoli, sui monti o in guerra…Poi le divinità per così dire maggiori, o per essere più precisa l’ evoluzione dei Numina prendeva forma nelle varie divinità: Ercole, Angitia, Diana, Mefitis Flora, una quotidianità pervasa dalla spiritualità. La società dei Sanniti era
      evoluta, una società avanzata, , democratica, basata sulla coesione sociale, la condivisione dei beni e dei pascoli, la libertà di discutere in pubblico di politica e eleggere democraticamente i loro Meddix Tuticus e Meddix minor…e magari pure contestarli pubblicamente…Non un potere accentratore, ma improntato sulla concezione federale, l’ autonomia e una forte connotazione Identitaria e un grande senso di libertà e dignità… Per scelta erano Monogami, e cosa ancora più nobile era il rispetto che gli uomini nutrivano per mogli e figli, Guai maltrattare una moglie o i figli, in automatico i Bruti venivano insultati e allontanati dal Touto…Militarmente furono indomabili, strutturati in formazioni non rigide, con armatura resistente ma leggera, la tattica manipolare, l’ uso della cavalleria senza sella sui territori accidentati, e il combattimento corpo a corpo ne fecero degli avversari temibili. L’ uso della guerriglia e delle imboscate e della tecnica di logoramento erano una strategia militare ben precisa… Le Armi , il giavellotto ( Saunia ) e la Spatha e lo Scutum rettangolare, le haste e lo scudo ovale diverse tipologie di armi in uso presso i nostri guerrieri Sanniti furono in seguito copiate dai Romani che avevano in uso la lunga e pesante lancia e lo scudo oplitico fece posto al più leggero scudo ovale…impararono dai Sanniti, dopo diverse Battaglie e batoste, l’ uso della cavalleria e introdussero la tattica manipolare, le tecniche di guerriglia, e impararono un miglior utilizzo della cavalleria…le rigide formazioni Romane erano poco adatte a combattere in zone accidentate e boscose… dai nostri Sanniti impararono l’ ars bellica… Cesare ne parlò ampiamente…..Per concludere vorrei aggiungere che non esiste Damnatio memoriae che tenga il nostro popolo è immortale le sorti terribili riservate ai nostri Condottieri, Gaio Ponzio, Stazio Gellio e Ponzio Telesino non potranno mai essere cancellate. Ma loro, le loro gesta li hanno resi immortali ! .. Le devastazioni del Sannio, la sua desertificazione e le stragi delle nostre genti perpetrate da Silla e dai suoi precedessori, Genti massacrate, deportate, il barbaro sterminio nel Campo di Marzio di 6000 prigionieri Sanniti ad opera di Silla e il conseguente massacro del popolo dei Pentri che si può definire Genocidio non troveranno mai pace fino a quando il revisionismo storico avrà concluso il suo percorso seguendo una linea totalmente diversa da quello che la storiografia tradizionale ci tramanda perché da sempre dalla parte dei vincitori…Monte Vairano è un segnale chiaro della furia romana….ma non solo Monte Vairano….un elenco senza fine quello delle città cancellate dalla furia omicida Romana…..Per citare Silla , a chi gli chiedeva perché tanta crudeltà e cattiveria nei confronti dei Sanniti lui rispondeva che mai nessun Romano potrà sentirsi sicuro e tranquillo finché un solo Sannita resterà in vita. Male perché noi siamo ancora qui indomabili da secoli.

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