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  • Il pianeta che bolle

     

    Alla fine di questo orribile mese di luglio, in cui il caldo è stato insopportabile (il 2014 – a partire dal 1884, anno in cui cominciarono a registrarsi temperature sul pianeta – era stato il più caldo) – il primo semestre del 2015 ha già bruciato il record del 2014, durante il quale le vittime sono state notevoli, gli incidenti paurosi.

    Dovremo prendere tutti coscienza dei fenomeni in corso ed assumerci tutte le responsabilità per combatterli .

    Il problema del surriscaldamento del pianeta non è uno dei tanti problemi, per quanto gravi essi siano, che affliggono l’umanità, ma è il problema centrale.

    Obama, sta affrontando questo fenomeno, ed ha deciso di chiudere tutte le centrali a carbone, che sono le fonti maggiori dell’inquinamento atmosferico, a causa del CO2, ma, apriti cielo, i repubblicani sono scesi immediatamente in rivolta attraverso il maggior responsabile del Congresso, per gridare ad una sorta di errore fatale, in quanto, in tal modo, si favorirebbero industrie cinesi ed indiane, che, non vincolate ad alcun protocollo, avrebbero via libera per elevarsi nella produzione e nella crescita interne e continuare ad inquinare il pianeta, aggravando la posizione, già molto pericolosa, del surriscaldamento atmosferico.

    E’ indispensabile, ormai, secondo anche le osservazioni contenute nella ultima enciclica papale (“Laudato sii”), che tutti i governi pongano freso, responsabilmente e consapevolmente, alle emissioni nocive nell’atmosfera.

    Ne va di mezzo, come giustamente osserva Bergoglio, la stessa sopravvivenza del genere umano.

    Benchè oggi le stragi per diverso titolo siano straordinariamente estese ed efferate – anche se da ultimo, una buona notizia, Boko Haram, è stato sconfitto in modo significativo dall’esercito governativo della Nigeria – le immaginabili stragi di esseri vegetali ed animali, comunque, terrificanti, che condurrebbero tutti gli esseri viventi in apnea, è appunto il surplus del calore sulla terra.

    Una strage senza pari di pesci in una delle lagune italiane, è dipesa incontrovertibilmente dal caldo eccessivo in questo (non benedetto), mese di luglio.

    Biologicamente, dunque, è dimostrato, che gli animali terrestri ed acquatici, di qualunque genere essi siano, ed il sistema botanico, sono seriamente a rischio di sopravvivenza.

    Gli incendi naturalmente sono devastanti, incontenibili, inarrestabili e crescenti : bruciano foreste intere, con gravi ripercussioni sula produzione dell’ossigeno sulla terra, attraverso i processi naturali della fitogenesi.

    Come classi dirigenti, come semplici cittadini, abbiamo, dunque, la responsabilità di trovare dei rimedi.

    E’ chiaro che si rende necessaria una governance mondiale, sulla responsabilità dei processi vitali e naturali, che avvengono sul Pianeta.

    Invochiamo, comunque, l’ONU e le autorità morali e religiose, le associazioni, i governi locali e territoriali ad affrontare la drammaturgia di questo problema nel grande teatro dei problemi mondiali.

    Franco Cianci

     

     

     

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