Finalmente si accendono i riflettori sulla sanità martoriata nell’Alto Vastese.
La notizia data dall’Eco, sull’ambulanza bloccata dalla burocrazia, ha fatto il giro delle redazioni.
Ed è rimbalzata anche sulla prima pagina del quotidiano abruzzese Il Centro e ha avuto un passaggio in rassegna stampa su Sky Tg24.
La speranza è che la visibilità data al caso di Schiavi di Abruzzo possa servire a risolvere il problema della cosiddetta “mobilità passiva”, cioè l’impossibilità per i pazienti dell’Alto Vastese di essere trasferiti, in caso di necessità e urgenza, presso il pronto soccorso dell’ospedale “Caracciolo” di Agnone o anche al “Veneziale” di Isernia, distanti più o meno venti minuti e trenta minuti dai centri del basso Chietino.
Raggiungere obbligatoriamente il “San Pio” di Vasto, che rispetto agli altri ha il solo merito di essere un ospedale abruzzese, comporta una dilatazione di tempi visto che parliamo di un Pronto soccorso a più di sessanta chilometri da Schiavi o da Castiglione ad esempio.
Tra l’altro l’ambulanza del 118, in servizio solo H12 presso il distretto sanitario di base di Castiglione Messer Marino, non è fornita di medico a bordo. Autisti e infermieri formano l’equipaggio, ma senza un medico è evidente che il servizio è monco. E in caso di codice rosso in un centro dell’Alto Vastese, come raccontato in esclusiva sull’edizione cartacea dell’Eco di febbraio, vengono impiegate due ambulanze. Proprio così, due ambulanze per un solo paziente, alla faccia del risparmio. Una, quella di Castiglione senza medico, prende il paziente e lo porta verso Vasto. A metà strada, magari sulla Trignina, il veicolo si incontra con l’altra ambulanza, quella partita da Vasto e con un medico a bordo, e avviene lo scambio del “pacco”, la cessione del paziente. Il tutto su una strada a scorrimento veloce come la Trignina, quindi con dei parametri di sicurezza più adatti al trasporto di bestiame e meno a quello di una persona bisognosa di cure mediche urgenti.
Ma per il commissario alla sanità Gianni Chiodi e per i top manager della Asl, strapagati con denaro pubblico che potrebbe essere utilizzato proprio per migliorare i servizi all’utenza, l’importante è che i conti tornino. Il bilancio della Asl e della Regione vale più della vita di chi vive, o meglio sopravvive nell’Alto Vastese. Che poi qui sui monti succedano queste cose che abbiamo raccontato, per Chiodi e compagnia cantando è un mero dettaglio.
Francesco Bottone
effebottone@gmail.com
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