CASTIGLIONE MESSER MARINO – La scuola di Castiglione insegna anche come si convive bene con il diabete.
Il convegno per docenti e genitori tenuto dal dottor Stefano Tumini, responsabile del servizio regionale di Diabetologia pediatrica.
Una giornata di studi sul diabete e sulla “gestione” del bambino diabetico a scuola. E’ stata la proposta formativa offerta, nei giorni scorsi, dall’istituto comprensivo di Castiglione Messer Merino, in collaborazione con la pediatra Silvana Di Palma. Una problematica sanitaria che interessa circa 570 bambini in Abruzzo, in media tre casi per scuola.
«E’ la scuola che si apre al territorio e fa educazione, anche sanitaria, nell’ambito di un progetto di educazione alla cittadinanza e alla salute» ha spiegato il preside Marco De Marinis, in apertura dei lavori.
Le relazioni, vere e proprie lezioni di comportamento in caso di crisi ipoglicemica del bambino diabetico, sono state tenute dalla dottoressa Milena Catenaro e Gabriella Levantini e ovviamente dallo stesso Stefano Tumini, responsabile del servizio regionale di Diabetologia pediatrica presso l’ospedale di Chieti.
I relatori hanno insistito sull’importanza dell’autocontrollo del diabete grazie alle strisce reattive per la glicemia, hanno illustrato le metodiche della terapia con insulina fino alla terapia multi iniettiva. E proprio il dottor Tumini ha sottolineato l’importanza della scuola, dove il bambino diabetico passa molte ore della giornata, con le insegnanti che devono avere conoscenza delle possibili situazioni che possono verificarsi e delle azioni da intraprendere in caso di crisi del bambino affetto da diabete.
«Le ipoglicemie sono state praticamente azzerate proprio grazie ai sensori e al monitoraggio dei sintomi di allarme. – ha spiegato Tumini – In trent’anni di attività ricordo un solo episodio di crisi ipoglicemica, una ragazza molisana che frequentava una scuola di Vasto. Con il monitoraggio e lo studio dei sintomi di allarme la crisi ipoglicemica è praticamente un evento che non si verifica mai. E’ da sottolineare l’importanza delle maestre che si accorgono dei campanelli di allarme, perché conoscono e stanno a contatto con il bambino diabetico per molte ore della giornata. Ed è molto importante la comunicazione e la collaborazione tra insegnanti e famiglie».
Francesco Bottone