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  • Lavoro nella provincia di Chieti: cresce la disoccupazione e donne ancora discriminate

    Il Rapporto INPS 2024 sulla provincia di Chieti, presentato in mattinata, restituisce un quadro sociale e occupazionale davvero allarmante impossibile da ignorare. I numeri parlano chiaro: la disoccupazione cresce, i giovani sono sempre più esclusi dal mercato del lavoro, le donne continuano a subire pesanti discriminazioni retributive e la precarietà diventa la norma. È in atto un vero e proprio smantellamento del tessuto lavorativo del nostro territorio.

    I dati sull’occupazione giovanile sono eloquenti: solo il 3,7% delle donne under 24 e il 25,1% degli uomini nella stessa fascia d’età risulta occupato. Sono numeri che condannano un’intera generazione all’incertezza e all’esclusione. E mentre i giovani non riescono a entrare nel mondo del lavoro, le donne che lavorano devono fare i conti con un ingiustificabile divario retributivo: nel settore privato guadagnano in media 68 euro lordi al giorno, contro i 96,7 euro lordi degli uomini.

    A questo si aggiunge l’esplosione della precarietà e il ricorso massiccio agli ammortizzatori sociali come la cassa integrazione. Sugli oltre 82.000 contratti solo 8.000 sono a tempo indeterminato, il resto è costituito dalle più varie forme di precariato. I beneficiari della Naspi sono passati da 14.113 a 15.365 in un solo anno, mentre le ore di cassa integrazione sono considerevolmente aumentate, parliamo di 2.300.000 ore per il 2024 con un aumento del 67% rispetto all’anno precedente,  segno chiaro di un sistema produttivo in gravissima difficoltà. A farne maggiormente le spese è il settore automotive con ricadute su imprese e indotto.

    Il paradosso è che il calo del tasso di disoccupazione ufficiale, dal 7,2% al 5,8%, non è affatto una buona notizia: nasconde infatti l’aumento esponenziale degli inattivi che passa da 77.000 a 172.000 unità. Sono soprattutto giovani e donne che hanno semplicemente smesso di cercare lavoro, una vera sconfitta sociale.

    “La preoccupazione nostra è rivolta principalmente al futuro pensionistico dei giovani – dichiara Franco Spina Segretario Generale della Cgil Chieti – con un lavoro così precario e con salari così bassi, verrà meno per essi il sistema previdenziale pubblico. Evidente che il Governo dovrà prevedere una contribuzione minima per i giovani, per garantire loro il minimo di copertura sociale. Le priorità sono chiare: salari adeguati, lavoro più stabile e sviluppo industriale, in modo da avere aziende più strutturate sul territorio”

    Di fronte a questa emergenza, il Governo risponde con una manovra finanziaria che non affronta nessuno di questi problemi strutturali, mentre la Regione Abruzzo brilla per assenza e supina accondiscendenza alle scelte nazionali. Per questo,come Cgil Chieti, sabato 25 ottobre scenderemo in piazza a Roma insieme a tutto il sindacato, i dati del nostro territorio non sono un’eccezione ma lo specchio di un Paese in difficoltà, che chiede con forza un cambio di rotta. Chiediamo un piano straordinario per l’occupazione giovanile e femminile, misure concrete contro la precarietà, investimenti pubblici per riattivare il tessuto produttivo e una legge sul salario minimo e sul contrasto al divario retributivo di genere.

    I dati INPS confermano ciò che denunciamo da tempo: Chieti e l’Abruzzo sono in caduta libera. La politica continui a girarsi dall’altra parte, ma noi non resteremo in silenzio. 

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