AGNONE – Nessuna fake news o quant’altro: il sindaco Lorenzo Marcovecchio fa sul serio per garantire i servizi essenziali al “San Francesco Caracciolo”. Dopo aver confidato ai suoi più stretti collaboratori di volersi mettere a capo di una grande mobilitazione di popolo, che non esclude la possibilità di occupare la Trignina o riconsegnare la fascia tricolore al prefetto di Isernia, il sindaco di Agnone decide di impugnare carta e penna e scrivere al Capo dello Stato, Sergio Mattarella e al premier, Giuseppe Conte.
“Solo sulla carta il San Francesco Caracciolo, dal D.M. 79/2015 (c.d. Decreto Balduzzi) è stato riconosciuto ‘Ospedale di Area particolarmente disagiata’. Solo sulla carta poiché, nonostante il riconoscimento che certifica – di fatto – una criticità infrastrutturale e, di conseguenza, una utilità del presidio sanitario, non si è mai tramutata in qualcosa di concreto – scrive Marcovecchio -. Le diverse motivazioni, in primis quella della carenza di personale sanitario, hanno portato ad un annullamento della struttura con la concreta ipotesi che, dal prossimo mese di giugno, il Pronto Soccorso (o, meglio, quello che resta di tale reparto sprovvisto di un cardiologo e di un anestesista), passi da h 24 ad h 12. Non v’è chi non veda come questo rappresenti l’ennesimo sfregio nei confronti di una comunità che, con tenacia, decide di restare ed investire il proprio futuro in un territorio sicuramente svantaggiato. Non v’è chi non veda come questa politica scellerata vada in senso opposto a quelle numerose misure – anche economiche – che vengono messe in atto per garantire uno sviluppo strategico a quelle aree interne penalizzate non solo e non tanto per la loro posizione geografica quanto per una gestione politica passata, che non è stata lungimirante e non ha investito in infrastrutture curandosi, più che altro, di mantenere il proprio orticello elettorale per garantirsi una pronta e sicura rielezione. Sono a chiedervi di interessarvi concretamente al problema segnalato – magari anche con una vostra visita – che sarebbe, per noi, un inequivocabile segnale di vicinanza. Non dimenticatevi delle aree interne – conclude l’avvocato agnonese – non dimenticatevi di quel pezzo della nostra Nazione che, quotidianamente vive e lotta in silenzio”.
Fin qui Marcovecchio, perché ad intervenire sulla vicenda “Caracciolo” un vero e proprio tsunami di commenti registrati soprattutto sui social. Tra i più significativi quello di don Francesco Martino che su facebook invoca di imitare il famoso movimento di Francia dei Gilet Gialli per occupare la sede dell’Asrem a Campobasso. Ed ancora in molti restano dell’idea che l’unica strada percorribile capace di dare risposte concrete è quella della secessione, ovvero il ritorno dell’Alto Molise in Abruzzo. Un cavallo di battaglia che in molti sostengono e riproposta più volte in un recente passato. Che questa non sia la volta buona?