• Editoriale
  • L’inutilità dell’Ordine e l’importanza dell’Assostampa

    Una delle due tessere  in foto non vale assolutamente niente. Anzi, è solo un peso, per il suo costo annuale versato in cambio del nulla.

    Ovviamente sto parlando della tessera professionale di iscrizione all’inutile ordine dei giornalisti, l’elegante tesserino sulla destra.

    L’altra, invece, quella sulla sinistra, è quella che vale, la tessera della Fnsi, la federazione nazionale della stampa italia, il sindacato unico dei giornalisti, al quale sono inscritto, nella sezione dell’Assostampa Molise, da diversi anni.

    La dimostrazione dell’inutilità della prima e dell’utilità della seconda si è avuta anche in occasione della mia recente e costosa assoluzione per un presunto caso, rivelatosi falso, di diffamazione a mezzo stampa.

    La questione è ormai nota ed è un tema che non riguarda solo un povero cronista di provincia, anzi di montagna, ma l’intera categoria dei giornalisti.

    Se un giornalista di fatto disoccupato, senza contratto e quindi senza reddito, è costretto a pagare 824 euro per dimostrare alla Procura e al Tribunale che non è un diffamatore seriale, è evidente che il tutto rappresenta un vulnus alla libertà di stampa.

    Qui si va oltre la prosaica questione degli euro sborsati, perché  si arriva a scomodare la libertà di stampa, di critica e di pensiero, e quindi specularmente il sacrosanto diritto dei cittadini-lettori ad essere informati.

    Non una questione di lana caprina, non solo problemi del giornalista pirla che è caduto nel tritacarne della giustizia italiana, ma una questione di principio.

    Bene, nonostante la visibilità data alla vicenda, dall’ordine dei giornalisti non è arrivato nessun cenno, né di solidarietà, quella di facciata e gratuita, né di vicinanza morale. Evidentemente non sono un giornalista così famoso, anche perché da sempre critico nei confronti di un ordine professionale di stampo corporativo. Ma se l’Ordine, che non serve praticamente a niente, non si occupa neanche delle questioni di principio, di grazia, perché tenerlo ancora in vita?

    Qualche attestato di stima e solidarietà è arrivato da singoli colleghi, in maggioranza molisani pur essendo io iscritto all’ordine d’Abruzzo. E addirittura qualcuno di questi si è offerto di mettere mano al portafogli per contribuire, con una colletta, a darmi una mano per le spese legali.

    E poi, e qui andiamo all’altra tesserina,  quella davvero utile, c’è chi, in silenzio, si è fatto carico concretamente della questione. Non per amicizia personale con il sottoscritto, ma perché un sindacalista fa quello per mestiere, o meglio per missione.

    E parlo del presidente dell’Assostampa Molise, Giuseppe Di Pietro. Nella tarda serata di ieri mi ha telefonato da Roma, appena uscito dai lavori della Fnsi, e mi ha annunciato che il sindacato ha deliberato il rimborso totale della mia pratica. Anzi, la somma stanziata va anche oltre quella da me già sborsata per le spese legali.

    Perché non è stato un semplice rimborso attinto dal fondo antiquerele, ma una dimostrazione sia simbolica che concreta di vicinanza della Fnsi, grazie all’apposito fondo di solidarietà, nei confronti dei giornalisti senza lavoro e senza contratto.

    Perché in gioco, voglio ribadirlo, c’è la libertà di espressione e di stampa. Una questione di capitale importanza.

    Ecco, silenzio dall’Ordine, solidarietà concreta, non solo di facciata e a chiacchiere, da parte dell’Assostampa.

    Due modi di essere e di fare che confermano quel discorso sull’utilità e inutilità delle due tessere.

    Grazie alla Fnsi e grazie al presidente dell’Assostampa Molise, Giuseppe Di Pietro, grazie ai quali i giornalisti, anche quelli di montagna come me, sono più tutelati.

    Francesco Bottone

    effebottone@gmail.com

     

     

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