«Siamo rimasti profondamente costernati e colpiti dall’ultimo incidente avvenuto sulla S.S. 650 Fondo Valle Trigno, comunemente definita Trignina, nel territorio di Cupello, ieri alle ore 13 circa, nel quale hanno perso la vita sia una bimba di dieci mesi, originaria di Fresagrandinaria, che un uomo di 42 anni originario di Schiavi di Abruzzo, più tre feriti, alle cui famiglie esprimo le mie personali condoglianze e quelle dell’associazione che mi onoro di presiedere».
Così Antonio Turdò, presidente del comitato “Pro Trignina”, che si batte da anni per la messa in sicurezza dell’arteria stradale. L’episodio di cronaca di ieri gli consente di fare alcune riflessioni.
«L’incidente, di cui non conosciamo la dinamica, ci ripropone come sempre la pericolosità di questa strada. -riprende Turdò – Noi sono anni che poniamo il discorso di legalità e sicurezza: la legalità affinché non diventi una gabella dei vampiri della Trignina con milioni di euro incassati dai Comuni senza fare nulla per migliorare la sicurezza, – il riferimento è agli autovelox imboscati utilizzati solo per fare cassa – senza spendere un euro nella sicurezza. Noi pensiamo che bisogna fare il raddoppio almeno della parte che parte da San Salvo e arriva a Trivento, realizzando uno spartitraffico invalicabile, a doppia corsia per ogni senso di marcia, tipo una vera e propria superstrada. In molti casi abbiamo trovato politici che hanno fatto spallucce oppure che non sono stati consistenti, seri ed immediati nell’agire, i risultati come si può vedere è che su questa strada avvengono decine e decine di morti all’anno».