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  • “Non pettinavamo mica le bambole”: le storie delle #ragazzemondiali nel libro di Alciato

    CASTELGUIDONE – «Sui social network #ragazzemondiali è stato un trent topic che ha raggiunto oltre 150mila menzioni, più dell’hashtag dedicato alla nazionale statunitense campione del mondo. Una parte dell’ombelico di questo mondo impazzito è l’Abruzzo, fra le 400 anime mal contate di Castelguidone».

    Sono alcuni passaggi del libro “Non pettinavamo mica le bambole” del giornalista Alessandro Alciato, freschissimo di stampa, uscito in questi giorni, e dedicato alle «meravigliose storie delle ragazze della Nazionale», quelle #ragazzemondiali appunto che nei mesi estivi hanno fatto innamorare milioni di italiani, riscoprendo un calcio vero, giocato, senza fronzoli, soldi e simulazioni come invece quello maschile. Le storie dei primi calci dati ad un pallone dalle calciatrici della Nazionale allenata da Milena Bertolini. Storie simili, fatte di sacrifici, di turni di lavoro che iniziavano alle tre del mattino in una panetteria per mantenersi e poter giocare, di umiliazioni assurde, come il doversi cambiare in un ripostiglio perché lo spogliatoio è riservato ai maschietti o la finale di Coppa Italia giocata in provincia di Padova in un piccolo stadio e senza righe tracciate e con l’erba alta. In quell’occasione le calciatrici si rifiutarono di farsi premiare dai rappresentanti della Lega Nazionale Dilettanti, già perché le #ragazzemondiali, a differenza degli strapagati colleghi maschi, sono considerate delle dilettanti, non sono professioniste. Non ancora. Un libro, duecento pagine che si leggono tutte di un fiato, che smonta tanti stereotipi e tante sciocchezze che circolano negli ambienti sportivi, come il pensiero dominante secondo il quale «una ragazza non può giocare a calcio». E tra queste storie, ovviamente, quelle della bomber dell’Alto Vastese, nata ad Agnone, ma originaria di Castelguidone, Daniela Sabatino. Ha iniziato inseguendo un pallone in piazza, in quel piccolo borgo montano, e seguendo poi il papà e il fratello sui campi della terza categoria. Poi la scalata, incredibile, veloce, a suon di gol, raffiche di gole, che l’ha portata a indossare la maglia del Brescia e del Milan, sua squadra del cuore, e quella azzurra della Nazionale, la più prestigiosa. Grazie ai suoi gol Castelguidone è diventato, l’estate scorsa, centro del mondo calcistico. Hanno spostato anche la processione per vedere la partita di Daniela. «Sono partite da luoghi minuscoli per incontrarsi in uno spazio immenso. Dall’Abruzzo al paradiso. – scrive il giornalista Alciato – Con una sensazione: i due posti, in qualche modo, sembrano coincidere».

    Francesco Bottone

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