Riceviamo e pubblichiamo da parte di don Francesco Martino, responsabile della pastorale sanitaria della diocesi di Trivento.
In attesa di conoscere il testo preciso della risposta all’interrogazione, che non è secondario, preciso che il riconoscimento di Ospedale di Area Particolarmente Disagiata prescinde totalmente dal riconoscimento del Veneziale di Isernia come Dea o come Ospedale di Base : sono due questioni di fatto non vincolate e non ostative, in quanto il Presidio di Area Disagiata va collegato al DEA di riferimento, che deve garantire la rotazione dei medici di pronto soccorso, degli anestesisti, la lettura degli esami radiologici a distanza e, ove fosse necessario, del personale di laboratorio analisi e dei chirurghi. Ovviamente, per motivi di opportunità possiamo condividere l’auspicio dell’Onorevole Leva, ma sicuramente il Caracciolo è maggiormente garantito, oggi, se fosse collegato al Dea di Campobasso. Ovviamente, non si ha la palla di vetro per comprendere il futuro, come ribadisco che la Regione Molise, la delegazione parlamentare, i tecnici, farebbero bene a studiare le pieghe di flessibilità contenute nel Regolamento sugli Standard Ospedalieri (Regolamento Balduzzi) che consentono, a mio giudizio, di salvare Neuorochirurgia alla Neuromed, Oncologia e Cardiochirurgia alla Cattolica, un centro emodinamica e quasi tutte le specialità presenti nel Cardarelli, la Pediatria, l’UTIC, il Punto nascite e l’Ostetricia/Ginecologia a Termoli, mentre la dura realtà dei numeri di Isernia per popolazione e attività non so se consente qualcosa in più. Non credo che la via delle deroghe a tutti i costi possa essere convincente. Il Caracciolo si può salvare perchè ESPLICITAMENTE PREVISTO DALLA NORMATIVA ATTUALE COME TIPOLOGIA POSSIBILE, anzi è stato TUTELATO dal Decreto Balduzzi : non è una deroga, ma un diritto possibile già previsto dalla normativa. Questo, i vari attori politici e non farebbero bene a ricordarlo, perchè NON E’ UNA DEROGA, nè una concessione benevola.