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  • Ospedale, Primiani ad Agnone: «Non possiamo accettare passivamente lo smantellamento della sanità pubblica»

    Il consigliere regionale Angelo Primiani, insieme ai colleghi Andrea Greco e Massimo Romano, ha preso parte, nel pomeriggio di oggi ad Agnone, al primo di una serie di incontri che si svolgeranno sul territorio per «confrontarci con istituzioni locali e cittadini ed affrontare il tema serissimo, e sempre più grave, della sanità molisana». Pubblichiamo, di seguito, il commento del consigliere Primiani.

    «Agnone è un polo sanitario vitale per la sopravvivenza delle aree interne dell’alto Molise, ma ancora una volta appare come uno dei primi presidi da sacrificare in nome della riorganizzazione della rete ospedaliera regionale. Nella bozza del Piano sanitario per il 2025-2027 a pagare il prezzo più alto della razionalizzazione sarà la sanità pubblica. Mentre il ruolo delle strutture private accreditate diventa sempre più centrale e demandando a loro la gestione di una fetta sempre più importante della rete dell’emergenza.

    Dopo ben 14 anni di commissariamento, con la progressiva chiusura di reparti all’interno degli ospedali pubblici e un’offerta sanitaria sempre più carente, il debito sanitario è rimasto pressoché immutato. Allora è arrivato il momento di chiedersi se la disastrosa situazione finanziaria della sanità molisana sia imputabile solo all’inefficienza del pubblico servizio o se, alla base di tutto ciò, ci siano anche storture contabili derivanti anche dal peso eccessivo che le strutture private hanno sul bilancio regionale.

    Adesso lo Stato, che gestisce ormai da più di un decennio la sanità molisana per il tramite delle strutture commissariali, deve assumersi le responsabilità delle scelte scellerate che sta portando avanti. Non è più accettabile che siano i cittadini molisani a pagare le tasse più alte di Italia a causa di scelte prese da altri e che i molisani stanno subendo.

    Bisogna ripartire da un Piano serio che affronti in maniera efficace il problema cronico della carenza dei medici e della qualità delle prestazioni erogate. Sono questi i punti fondamentali per provare a ripartire e ridurre la mobilità passiva che ormai si aggira intorno ai 70 milioni di euro l’anno.

    In questo contesto le nostre proposte sono volte a concentrare gli sforzi della sanità pubblica sulla gestione delle patologie tempo dipendenti legate alla rete dell’emergenza. Il ruolo del privato, fondamentale per la nostra regione, deve garantire la gestione delle prestazioni in elezione, cooperando ed integrandosi con il pubblico mediante le eccellenze di cui dispone. Bisogna sviluppare ed accelerare sulla rete della medicina territoriale con le case della salute che diventino davvero dei presidi sanitari integrati e onnicomprensivi in grado di erogare prestazioni a bassa e media complessità.

    Purtroppo ancora una volta, nel Piano proposto dai commissari, si comincia con i tagli, sacrificando guardie mediche e ambulatori. Tutti questi rallentamenti, queste lacune, questi disservizi non vengono pagati dai commissari, dai tavoli tecnici o ministeriali, ma dai cittadini. La situazione in cui verte oggi la sanità molisana non è più solo una questione di carattere politico, ma di orgoglio e sopravvivenza per i molisani. Non possiamo più accettare passivamente lo smantellamento della sanità pubblica, che paghiamo ogni giorno con le nostre tasse e attraverso le difficoltà che incontriamo quando prenotiamo una visita o abbiamo bisogno di prestazioni sanitarie.

    È arrivato il momento di dire basta: rivendichiamo il diritto alla sanità pubblica, perché non deve essere un privilegio, ma un diritto fondamentale di tutti».

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