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  • Pensionamento: Robert Silvestro Marcovecchio, una vita da militare

    Riveviamo e pubblichiamo.

    Caro Roberto, il trascorrere di quarant’anni è stato velocissimo al punto che per te è arrivato prepotentemente il giorno del congedo da Primo Maresciallo Luogotenente dell’Aeronautica Militare Italiana.

    Dirti che sei andato in pensione ci fa una strana sensazione pensando a quanto tu abbia vissuto profondamente il tuo impegno, dimostrando profondo senso di rispetto per lo Stato, onorando i valori militari che hai saputo umilmente diffondere attorno a te, concretamente, sempre disponibile e pronto ad anteporre il dovere ai tuoi affetti, alla tua famiglia, a te stesso. Non deve essere stato facile, per te, rinunciare a tante occasioni che hai perso, soprattutto in quei momenti in cui è tangibile l’importanza di condividere gioie e dolori.

    Oggi possiamo dirti che ogni tua partenza, per il Kosovo, per l’Afganistan, per l’Iraq, per gli Emirati, per il Kuwait, per il Kurdistan, ha rappresentato per noi un momento di distacco doloroso ma ci hai restituito, ad ogni tuo rientro, con i tuoi racconti, non uno ma mille insegnamenti che ci hanno fatto scoprire che abbiamo un fratello speciale di cui siamo orgogliose.

    Tu, appena diciannovenne, dopo la leva militare, hai lasciato Agnone per incamminarti lungo la strada della formazione che ti ha visto frequentare la Scuola di sottoufficiali specialisti dell’Aeronautica Militare, a Caserta. Da quel momento, otto anni in Emilia-Romagna, prima Modena e poi Monte Cimone, poi il trasferimento a Roma presso il II Reparto Genio dell’Aeronautica Militare, tante missioni all’estero. I tuoi rientri a casa sono stati sempre brevi e fugaci ma intensi e ricchi di emozioni che ci hai dato attraverso il racconto delle vicissitudini che ti hanno fatto toccare con mano la povertà che colpisce gli indifesi nei paesi in guerra, dei bambini a cui tu e altri militari avete saputo portare un poco di sollievo; ci hai trasmesso la sensazione che tu provavi nel contrapporre i nostri ambienti, ricchi di vegetazione, a quelli aridi e desertici, facendoci capire quanto si è fortunati e privilegiati dalla sorte a nascere in certi posti piuttosto che in altri. I tuoi racconti non hanno mai mancato di narrare le grandi opere che ti vedevano impegnato nella realizzazione dell’impiantistica di alta precisione elettronica per le piste aeroportuali, per le sedi del controllo militare strategico e delle sofisticate tecnologie che rendevano prezioso il tuo lavoro, pensando agli ultimi interventi che ti hanno visto responsabile per la parte tecnica nella realizzazione dei cento posti per terapia intensiva a Torino, durante l’emergenza Covid, il Museo dell’Aeronautica, a Bracciano, per celebrare i 100 anni dell’Aeronautica Militare.

    A conclusione di ogni missione, hai sempre ricevuto l’encomio ufficiale che, timidamente, ci facevi leggere senza mai vantarti di essere oggetto di parole di così alta levatura per le qualità umane e professionai della tua persona e per gli obiettivi raggiunti.

    Sei stato insignito del titolo di “Cavaliere della Repubblica”, nel 2009.

    Le parole di congedo che i tuoi superiori ti hanno rivolto, a Ciampino, lo scorso 8 marzo, hanno colto la particolare dote che ti rende persona unica quale sei perché “luminescente”; ti hanno definito una sorgente di “luce” che diffonde attorno a sé energia preziosa agli altri, una luce che è riuscita a colpire finanche il Capo di Stato Maggiore Luca Goretti che ha voluto tributare, alla tua persona, il ringraziamento e il saluto di congedo dalle Forze Armate, presso il Ministero della Difesa, lo scorso 11 marzo.

    Ti auguriamo di vivere un bellissimo periodo di riposo con Fabiola e Nicole, mamma e Lina, che silenziosamente hanno sempre saputo affiancarti, nei lunghi periodi di tempo che ti hanno visto lontano da loro.

    Ti auguriamo di poter coltivare la passione della “musica”, di avere tempo per vivere le amicizie e gli affetti familiari, di goderti i paesaggi pescolani, di goderti mamma, di essere spensierato e tranquillo perché, conoscendoti, immaginiamo che prima o poi ti rivedremo in giro per il mondo, magari non nei posti caldi e aridi che generalmente hai frequentato, ma in altre aree dalle caratteristiche estreme dove sappiamo che avrai il coraggio di allenarti, da runner, come facevi nel deserto, e dove continuerai a portare la “luminescenza” della tua persona.

    Ti vogliamo bene.

    Linda, Deborah e Patrizia e famiglia.

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