Ogni anno vengono prodotti 300 milioni di tonnellate di materie plastiche, 8 delle quali finiscono in mare danneggiando interi ecosistemi. Circa 150 milioni di tonnellate di plastica sono oggi presenti negli oceani del mondo e, di questo passo, nel 2050 ci sarà più plastica che pesce. Grandi pezzi di plastica feriscono e uccidono gli animali, frammenti più piccoli entrano nella catena alimentare dei pesci mettendo a rischio anche la salute umana: si pensi alle tartarughe e ai delfini spiaggiati sulle nostre coste il cui esame autoptico ha accertato come, nella maggior parte dei casi, la causa di morte sia attribuibile a soffocamento o occlusione intestinale per la presenza di materiale plastico. Il 90% degli uccelli marini e delle tartarughe del Mediterraneo ha nello stomaco frammenti di plastica; anche cozze, granchi, triglie e sogliole presentano concentrazioni molto elevate di microplastiche. Secondo il rapporto di Legambiente “Beach Litter 2018” nel 96% delle spiagge monitorate si trovano bottiglie di plastica per bevande. Peraltro l’Italia, con 32 milioni di bottiglie di acqua minerale consumate ogni anno, detiene il triste primato di primo consumatore europeo di acqua minerale in bottiglia.
La plastica è uno dei paradossi dei nostri tempi: concepita per essere indistruttibile, in quanto non biodegradabile, viene invece utilizzata per realizzare prodotti monouso rilasciati nell’ambiente con effetti devastanti sulla flora e sulla fauna marina, con gravi ricadute per l’uomo.
Nell’agosto del 2018 il Ministero dell’Ambiente, in linea con la strategia dell’Unione Europea, ha lanciato la campagna Plastic Free finalizzata a promuovere uno stile di vita senza plastica a partire dal cambiamento nelle abitudini quotidiane come l’eliminazione di piatti, stoviglie e bicchieri monouso. Alla campagna ministeriale ha aderito anche l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise. Il Direttore Nicola D’Alterio: “Nell’ambito della nostra attività di ricerca abbiamo spesso toccato con mano la gravità degli effetti delle plastiche, ecco perché abbiamo aderito all’iniziativa con un progetto innovativo che parte da interventi mirati a eliminare la plastica dalle attività effettuate quotidianamente dal personale, per poi elaborare buone pratiche e un modello strutturato utilizzabile da altre realtà pubbliche e private”.
Il progetto dell’IZSAM prevede l’eliminazione delle bottiglie di plastica dai distributori di bevande, l’istallazione di impianti per la microfiltrazione e demineralizzazione dell’acqua di rete, la sostituzione nei distributori di bevande calde dei bicchieri in plastica con quelli di carta e dei distributori di alimenti con impianti ecosostenibili che garantiscano la salubrità dei prodotti e l’uso di imballaggi biodegradabili. In agenda c’è anche uno studio per la sostituzione dei prodotti usa e getta da laboratorio con materiali riutilizzabili e la sensibilizzazione delle aziende fornitrici all’utilizzo di imballaggi riciclabili. “Il progetto è di durata biennale e partirà il 1° marzo 2019” aggiunge il dott. D’Alterio, “in questi due anni organizzeremo incontri e seminari aperti all’intera cittadinanza nei quali coinvolgeremo esperti di livello nazionale con l’obiettivo di immaginare un futuro in cui l’ecosostenibilità sia un valore diffuso e acquisito anche sul nostro territorio”.
“Si tratta di un progetto che interviene su una problematica ormai vitale e che vedrà l’Istituto coinvolto sia in termini operativi che di ricerca. Il Consiglio di Amministrazione ha dato il suo pieno sostegno all’iniziativa”, conclude l’Avv. Manola Di Pasquale, presidente del CdA dell’IZSAM.