«La nostra Regione potrebbe essere considerata una grande area interna visto che 72 su 136 comuni danno vita alle quattro strategie e rappresentano oltre il cinquanta per cento dei borghi e del territorio». Ha esordito così il sindaco di Agnone, Daniele Saia, dopo aver salutato la ministro Mara Carfagna, il presidente della Regione Donato Toma e tutti i sindaci e gli attori istituzionali presenti, aprendo l’evento di presentazione dell’accordo di programma quadro per la SNAI Alto Medio Sannio.
«L’ambizione di tali programmi di finanziamento ha come obiettivo quello di rivitalizzare il territorio vittima di un depauperamento di risorse umane ed economiche. – ha continuato il primo cittadino – Queste aree vanno tutelate perché sono abitate da un quarto della popolazione e rappresentano il sessanta per cento del territorio italiano, un territorio popolato da cittadini che non vanno assolutamente dimenticati o messi in secondo piano. Bisogna applicare quelle volontà sancite nella nostra Costituzione in cui sono insiti i principi di solidarietà e sussidiarietà.
Adesso inizia la vera sfida, ossia attuare gli interventi previsti riguardanti le tre macro-aree di salute, mobilità e istruzione, unitamente alle azioni progettuali riguardanti la promozione culturale e turistica, la valorizzazione ambientale e di marketing territoriale. Una sanità efficiente – ha sottolineato Saia – permette l’accesso a cure tempestive e migliora la condizione di vita dei residenti dando loro sicurezza, quindi, in tal senso, il mio appello al Ministro, al Commissario alla Sanità e al Direttore Generale Asrem è quello di dare maggior forza agli ospedali di area disagiata affinché la presenza e i servizi erogati al territorio siano svincolati dal mero fattore numerico nell’ottica di dare piena attuazione all’art.32 della Costituzione».
Ovvio il passaggio sulla viabilità: «Va effettuato un grande investimento infrastrutturale per far uscire dall’isolamento questi territori e collegarli rapidamente alle aree industriali, favorendo il pendolarismo piuttosto che i trasferimenti». E poi l’appello alla ministra Carfagna: «Tutti i progetti, per essere funzionali, non possono attendere sette lunghi anni dalla fase di elaborazione all’attuazione. Il tempo, soprattutto in queste aree, non è una variabile indipendente. La nostra richiesta è di accorciare i tempi burocratici. Un esempio lampante è quello del Ponte Sente, un viadotto tra i più alti d’Europa che è qui a due passi da noi, chiuso due mesi dopo il crollo del ponte Morandi. Nel caso genovese, l’infrastruttura è stata demolita e ricostruita in due anni, mentre il ponte che mette in connessione due aree interne ed ha una forte influenza sullo sviluppo socio-economico delle comunità che le abitano, è ancora inaccessibile.
Questo dimostra che nei punti di maggiore interesse, gli interventi sono realmente realizzabili in poco tempo, senza lungaggini burocratiche; mentre in territori meno rilevanti dal punto di vista economico, stesse situazioni si affrontano con procedure diverse: si utilizzano due pesi e due misure». «Non possiamo aspettare ulteriormente, – ha chiuso il sindaco – non possiamo permettere che le nuove generazioni scelgano di allontanarsi da questi paesi costrette dalla mancanza di servizi e di lavoro».
Francesco Bottone