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  • Randagismo, ordinanza di Saia: sterilizzazione e microchip, ma gli abbandoni non si fermano

    Nei giorni scorsi la Polizia municipale di Agnone ha relazione in merito alla presenza, nel pieno centro abitato, da oltre due mesi, di un cane randagio, un maschio di razza meticcia e taglia media che non risulta registrato presso l’anagrafe canina e quindi ritenuto senza proprietario. Proprio sulla scorta di quella relazione della Polizia locale, il sindaco Daniele Saia ha emanato una ordinanza di affidamento del cane in questione ad una persona del posto che si è resa disponibile ad accogliere l’animale e prendersene cura. Lo stesso sindaco, a tutela della pubblica sicurezza, ha ritenuto di «favorire ogni procedura utile ad evitare l’ulteriore proliferazione di cani randagi sul territorio comunale, con i relativi rischi igienico-sanitari e di pubblica incolumità».

    Nello specifico, dunque, il sindaco, in qualità di autorità sanitaria e di pubblica sicurezza, ha ordinato che l’animale in questione sia condotto, ad opera della persona che ha manifestato la volontà di adottarlo, presso l’ambulatorio veterinario dell’Asrem di Agnone per l’identificazione mediante apposizione del previsto microchip e successivamente presso l’ambulatorio veterinario di Isernia per la sua sterilizzazione. Intanto, mentre si è trovata soluzione per quel cane da mesi stazionava randagio nel centro abitato alla ricerca di cibo, un’altra segnalazione arriva circa l’abbandono di altri animali.

    «Ennesimo abbandono. Questi cuccioli sono stati recuperati in località Montecastelbarone ed è chiaro che lì non ci sono arrivati da soli. – spiega un volontario che poi li ha messi in sicurezza evitando ai piccoli di diventare preda magari di lupi – Ma mi chiedo, – continua – vi costa così tanto sterilizzare i cani? E’ così difficile per voi fare un salto di civiltà? La cosa che ci interessa ora è il benessere dei cuccioli; vi aggiorneremo nei prossimi giorni sperando che coloro che hanno una coscienza diano loro una casa e un destino diverso da quello del canile. Non se ne può davvero più».

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