«Un progetto di territorio, affinché le aree interne diventino avamposto e laboratorio di riflessioni e di pratiche che possano essere utili all’intero Paese. L’ambizione è di sperimentare nuove forme di economia in un quadro ideologico nuovo, in linea con gli obiettivi ONU dell’Agenda 2030». Partecipazione e condivisione di idee hanno caratterizzato i primi focus group, strumenti di ricerca etnografica e interpretazione del territorio condivisi con la cittadinanza che si sono svolti negli spazi di Casa Frezza a Castel del Giudice, nell’ambito del “Centro di (ri)Generazione #Appenninoincammino”, con il quale il Comune ha vinto il Bando Borghi del PNRR.
Sono stati momenti di approfondimento durante i quali gli abitanti del paese si sono confrontati con la professoressa Letizia Bindi dell’Università del Molise e le ricercatrici Michela Buonvino, Federica D’Augelli, Antonella Mancini e Luciana Petrocelli, tutte componenti del gruppo di lavoro impegnato in uno studio sociologico della comunità locale al fine di «attivare una progettazione partecipativa per il lavoro a base culturale e l’innovazione sociale nel territorio e della comunità».
«Il primo focus group è stato incentrato sul “restare e abitare”, per comprendere come il progetto è percepito dalla comunità, quali sono le aspettative degli abitanti in termini di servizi e di iniziative per attrarre nuovi residenti. – spiegano dal gruppo di lavoro – Il secondo su come “(re)immaginare il futuro del paese e della comunità”, a partire dai progetti pensati per la vita quotidiana della cittadinanza, confrontandosi su spunti utili a definire un nuovo orizzonte di attese e di partecipazione capace di rendere la comunità più coesa».
Tra le attività proposte e discusse a lungo: i servizi di prossimità, la prospettiva di un mercato di comunità dei prodotti agricoli del territorio che funzioni come elemento di riconoscibilità e coesione, le attività produttive su cui investire, la raccolta di testimonianze e fotografie che rappresentano momenti significativi della storia recente di Castel del Giudice, interpretate dagli abitanti secondo le loro percezioni. La nascita dell’Apiario di Comunità, la raccolta delle mele, l’albergo diffuso e altre immagini emblematiche del processo di sviluppo economico e sociale di Castel del Giudice sono state evocate come altrettante colonne portanti del processo di rigenerazione.
«Seguiranno altri incontri, – aggiungono le ricercatrici – orientati alla realizzazione di una mappa di comunità, e alla interpretazione dei luoghi di interesse, delle tradizioni, dei bisogni, delle vulnerabilità promuovendo una gestione proattiva dei processi di trasformazione a carattere locale. I due focus group sono stati anche occasione per discutere le attività e i numerosi interventi previsti dal progetto di rigenerazione, come la riqualificazione urbana di alcune aree circoscritte del paese, la creazione di nuove residenzialità, le energie rinnovabili e la creazione di una comunità energica, e i progetti culturali capaci di costruire un nuovo immaginario collettivo delle aree interne, non più marginale, ma protagonista».
E lunedì primo luglio si terrà un altro focus group dedicato a tutti i castellani nel mondo, in modalità esclusivamente online dalle 17.30 alle 19, «nella consapevolezza che la (ri)Generazione arriva anche dalle idee di chi ha Castel del Giudice nel cuore, ma non è fisicamente presente sul territorio». Il link per partecipare alla videochiamata è: https://meet.google.com/xnq-stfk-
Inoltre, tutti coloro che vogliono partecipare al progetto condividendo idee e proposte, possono scrivere a: ideerigenerativecdg@libero.it