• Cultura
  • Ricostruì in scala la ferrovia di Agnone, l’Archeoclub ricorda Giovanni Carlomagno

    AGNONE. Non e più tra noi Giovanni Carlomagno, nato in Agnone, ma residente da tempo a Venafro. Occupandomi della storia di Agnone, ho avuto modo di conoscere Giovanni e apprezzare il suo profondo essere agnonese. Amava la sua città e la sua gloriosa storia tecnica, che portò Agnone a primeggiare nel Molise e nell’Italia centro meridionale nei primi del Novecento.  Era infatti interessato ed appassionato, in particolare,  della centrale elettrica del Verrino (1904) e soprattutto della ferrovia Agnone -Pietrabbondante – Pescolanciano (1915). Il suo forte interessamento lo ha visto impegnato per lungo tempo in  una particolare ricostruzione su scala, della centrale elettrica del Verrino e successivamente della ferrovia. I nostri incontri erano esclusivamente legati alla storia di Agnone e alle vicende che hanno permesso le due realizzazioni. Giovanni, voleva conoscere tutti gli aspetti e mi ha spinto a scrivere il libro, in progetto, sul Novecento agnonese. Fu contentissimo, quando il 6 giugno del 2015, all’interno della chiesa di San Nicola, l’Archeoclub organizzò il convegno sul “Centenario della ferrovia Agnone-Pietrabbondante-Pescolanciano”, la più grande opera realizzata dalla capacità agnonese. Inoltre, apprezzò moltissimo le due lapidi commemorative affisse sulle facciate dell’ex stazione della ferrovia e dell’abitazione di  Venanzio Gamberale, avvocato, notaio e amministratore delegato della centrale elettrica e della ferrovia. Sosteneva che tutti dovevano leggere quei nomi riportati sulle lapidi che portarono Agnone alla ribalta delle cronache nazionali.  In occasione del convegno l’Archeoclub, Giovanni espose in maniera ineccepibile il funzionamento della sala macchine della centrale elettrica del Verrino  e dell’area della stazione capolinea di Agnone. Ha dedicato tempo e denaro a tali realizzazioni grazie ad una forte motivazione e passione. Per tutto ciò sono felice di essere stato suo amico. Mi mancheranno i  discorsi che affrontavamo a tutto tondo sulle capacità degli agnonesi di oggi, nonché l’analisi critica dell’attuale situazione in cui versa la cittadina. L’Archeoclub che mi onoro di presiedere non dimenticherà mai l’attaccamento dimostrato al paese natio e la ricostruzione della storia de “L’opera grande”. Grazie Giovanni.

    Mauro Salzano – presidente Archeoclub Agnone

     

     

     

     

     

     

     

     

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