• Editoriale
  • Salvini porta il Sud al cappio e il Sud lo segue

    Con quella faccia un po’ così, per una certa parte della popolazione italiana pronta a sacrificare libertà, diritti e benessere in nome di una sicurezza tutta da decifrare, Salvini può fare quel che vuole. Questo signore odiava i meridionali né più né meno di come oggi odia gli africani, li sbeffeggiava, li considerava sporchi e infetti, li voleva fuori dall’Italia e, ovviamente, i meridionali lo ripagavano con gli stessi toni e le stesse modalità, semmai con maggior ironia tipica loro.

    Eppure, succede oggi, 29 luglio anno del Signore 2019, che Salvini, uomo del Nord che al Nord ha giurato eterna dedizione, contro tutto il mondo, giunga in un paese campano e riceva le stimmate del Gesù Salvatore o la corona di Re o la poltrona di Presidente. La folla lo acclama: “Presidente, siamo con te. Il governo deve andare avanti”.  “Forza Matteo” “Matteo non ci abbandonare”.
    Ci sarebbe da ridere se la questione non fosse tragicamente seria.Pare proprio che si stia perdendo non tanto la ragione quanto il buon senso.
    Certo, Salvini ha smesso la lotta al meridionale-terrone; non alza più la bandiera Roma Ladrona; non ha più bisogno di pulirsi il culo con il tricolore. Tutta roba superata. Ha cambiato mira. Il suo fucile è oggi puntato contro tutto ciò che anche apparentemente metterebbe in pericolo la sicurezza  del cittadino e contro tutto ciò che anche apparentemente svantaggerebbe il cittadino. Più sicurezza e meno libertà. Più sicurezza e meno diritti; più sicurezza e meno benessere. Tutto viene declamato in nome della sicurezza. Bellamente ma falsamente perché non si crea sicurezza seminando odio; non si crea sicurezza alimentando paure. Tanto per essere chiari, non si crea sicurezza spaccando il paese in due fronti sempre più contrapposti:uno a favore e uno contro Salvini. Perché questo sta succedendo. Fino a poco tempo fa, gli italiani erano divisi in più frazioni che avevano avversari politici diversi e differenziati. Oggi, Salvini ha il 38% di consensi ma, di contro, ha un 62% che si sta schierando tutto contro di lui. In pratica il Ministro degli Interni che pensava di rappresentare 60 milioni di Italiani, oggi, al netto di chi si astiene, ne rappresenta una quindicina. Ma almeno 30 sono tutti contro di lui, sempre più ferocemente contro di lui. Bel risultato per la sicurezza del Paese e la tranquillità di tutti noi!!!!!
    Inoltre,e credo che questa questione stia emergendo anche nelle menti meno chiuse dei meridionali. Salvini, tomo tomo caccio cacchio (come direbbe Totò), sta perseguendo, senza colpo ferire,  l’Autonomia delle regioni del Nord, una Autonomia piena con trasferimento di quasi tutte le competenze che oggi sono in mano allo Stato con connesse risorse economiche. In concreto,  Regioni ricchissime, così diventate anche per merito di meridionali li trasferiti e li sfruttati, chiedono di avere competenza su scuola, trasporti, protezione civile, sicurezza, energia, infrastrutture e altro ancora.  La logica vorrebbe che lo Stato trasferisca le stesse risorse che prima impiegava per quelle regioni. Salvini e i suoi governatori vogliono molto di più, fino al 90% dei tributi dei loro corregionali: la secessione è servita. La secessione dei ricchi. La conseguenza per il Mezzogiorno d’Italia è drammatica: se si danno tanti più soldi alle regioni ricche, ne restano di meno per quelle povere.
    Siamo in una Nazione con una Costituzione che proclama: tutti i cittadini sono uguali. Non è accettabile che un cittadino riceva di più dallo Stato solo perché nasce in una sua regione più ricca. Evidentemente per Salvini non siamo una Nazione,ma aggregati di regioni di serie A e di serie B. Diventiamo una Nazione  solo quando c’è da raccogliere  il consenso elettorale. Alla luce di queste considerazioni, le scene di folle di meridionali che acclamano Salvini, come loro salvatore, fa tristezza.

     

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